La Corte di Cassazione ha annullato la condanna a 18 anni per disastro ambientale doloso a carico di Stephan Schmidheiny, al vertice del gruppo svizzero Eternit SEG. Ciò in quanto, secondo i giudici della Suprema Corte, il reato era prescritto già in primo grado.
Le indagini, avviate nel 2004 dal pool del sostituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello, si erano concentrate intorno al reato di disastro ambientale permanente per quanto riguarda i siti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera, in relazione ai danni causati dalla lavorazione dell’amianto fino agli anni ‘80.
La condanna originariamente comminata in primo grado a 16 anni a carico di Schmidheiny e di Louis de Cartier de Marchienne (deceduto in corso di giudizio), era stata aumentata a 18 anni dalla Corte di appello di Torino nel giugno 2013.
In conseguenza della sentenza della Corte di Cassazione, insieme alla condanna per reato ambientale, cadono anche le richieste di risarcimento accolte in appello per un totale di circa 90 milioni di euro per i danni subiti dalle persone decedute o ammalatesi in conseguenza dell’esposizione all’amianto. (GG)


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