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Fallimento del proprietario del sito inquinato.

Categoria: Bonifiche
Autorità: Cass. Civ. Sez. I
Data: 05/12/2017
n. 29113

In caso di fallimento del soggetto proprietario di aree inquinate, il Comune ha diritto all’ammissione allo stato passivo per le somme corrispondenti ai costi di ripristino ambientale, atteso che per le fattispecie sostanziali (per le quali si ha riguardo cioè ai profili dell’integrazione dell’inquinamento, del suo accertamento e del procedimento di accertamento dei costi), ove perfezionatesi anteriormente all’entrata in vigore del D.L.vo 152/2006 (cd. codice dell’ambiente), deve ritenersi la perdurante vigenza del d.m. 471/1999, il quale, dando attuazione all’art. 17 del D.L.vo 22/1997 (cd. Decreto Ronchi), in essere al tempo del sorgere del dovere di recupero ambientale del bene, consente all’ente territoriale, in ipotesi di sito inquinato oggetto di procedura esecutiva immobiliare o di procedure concorsuali, di insinuarsi al passivo fallimentare per una somma corrispondente all’onere di bonifica, preventivamente determinato in via amministrativa in base ad apposita stima.

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Leggi la sentenza

Rilevato che:   il Tribunale di Verona ha respinto l'opposizione del Comune di Bovolone allo stato passivo del fallimento F.. s.n.c. di F. G. e F. M. nonché del socio F. G., relativa al (maggior) credito per le spese di messa in sicurezza e bonifica di un terreno inquinato a seguito dell'incendio sviluppatosi nell'impianto per il recupero di rifiuti gestito dalla società fallita; il Tribunale, premesso che il Comune era stato comunque ammesso al passivo per la somma di € 150.141,63, ha ritenuto di non riconoscere il credito per ulteriori spese vantato dall'opponente, difettando l'attualità del credito stesso poiché era…
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