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Circular economy: a che punto siamo?

Ieri ho inaugurato, insieme ad Elisabetta Perrotta, la 46° edizione del Master Gestione rifiuti-Waste manager (prossima edizione in partenza il 14 maggio), in cui, in questa prima lezione, si è trattato tanto di Circular economy, dei suoi strumenti e della sua effettiva efficacia ed operatività, alla luce di una possibile riforma europea che dovrebbe sostanzialmente sostituire o aggiornare la Dir. UE 851/2018 (ricordate il “Pacchetto economia circolare”?), nata proprio per rendere più efficaci e raggiungibili gli obiettivi di cui la fondamentale Dir. UE 98/2008.

Quindi stiamo andando verso un nuovo Circular economy act? Se ne discuterà domani (31 gennaio) a Roma, a margine della X Assemblea nazionale AssIEA (siete tutti invitati alla sessione aperta!)

Ora, a prescindere dal fatto che ci saranno i soliti sabotatori (nostrani e non), pronti a gioire se non si farà nulla, un dato è certo: cresce sempre più il fabbisogno di circolarità dei materiali per far fronte alla sempre maggiore scarsità di materie prime: non abbiamo nessuna Groenlandia da annettere.

Tutto ciò mi ricorda quando, nel febbraio del 2016, partecipai, come presidente di AssIEA, ad una audizione alla VIII Commissione Ambiente alla Camera, riguardante le Osservazioni alle modifiche proposte dalla Commissione UE sull’economia circolare nel settore rifiuti, osservazioni che daranno origine, nel 2018, alla fondamentale Dir. 851. Durante l’audizione un deputato osservò che circular economy non voleva dunque significare la possibilità di far circolare rifiuti (!).

A proposito di competenze vi segnalo la nuova tipologia di attività formative in presenza (a Piacenza): Confronti con l’esperto (Aggiòrnati-Esponi-Confrontati):

Alla prossima settimana

Stefano Maglia:

s.maglia@tuttoambiente.it

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