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L’ostruzionismo ambientale non paga (anzi, paghi)!

Come volevasi dimostrare l’entusiasmo dei soliti campioni dell’ostruzionismo nostrano (mi ricorda il buon vecchio catenaccio calcistico!) nei confronti degli obblighi ambientali internazionali, nella specie per il non completo recepimento della Direttiva IED, si è trasformato in un clamoroso autogol, visto che la Commissione europea ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2013)2177) per non aver recepito in modo completo e corretto la Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (IED). Secondo la Commissione, la normativa italiana presenta diverse carenze nel garantire il pieno rispetto delle disposizioni previste dalla Direttiva.

In particolare, viene rilevato che la legislazione nazionale non considera in modo adeguato l’impatto degli impianti industriali sulla salute pubblica, non include l’intera gamma di inquinanti nocivi che dovrebbero essere valutati nel rilascio delle autorizzazioni ambientali e non prevede misure efficaci, come la sospensione delle attività, in caso di violazioni che comportino un pericolo immediato per la salute umana o per l’ambiente.

Alla luce di queste criticità, la Commissione ha assegnato alle autorità italiane un termine di due mesi per fornire una risposta e adottare le misure necessarie a correggere le irregolarità riscontrate. In caso di risposta insoddisfacente, l’iter potrà proseguire con l’emissione di un parere motivato

Complimentoni davvero! Rimandati a settembre, anzi, a luglio!

Ora mi raccomando: continuiamo l’opera ostruzionistica su deforestazione, biodiversità e imballaggi, e prepariamoci a quella sui reati ambientali e dintorni.

Facendo solo catenaccio, prima o poi un goal lo prendi!

Alla prossima settimana

Stefano Maglia:

s.maglia@tuttoambiente.it

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