11/03/2025
di Stefano Maglia
Sottoprodotti o rifiuti? Facciamo il punto?
Care/i web-lettrici/lettori,
Sottoprodotti o rifiuti? Facciamo il punto?
Proprio i primissimi giorni di marzo di 8 anni fa entrava in vigore il DM 264/16, ovvero il “Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti”.
E’ riuscito nell’intento? Meriterebbe una riforma?
Pur apprezzabile nell’intento, è stato da subito evidente che questo decreto, nato appunto per definire meglio il perimetro di applicazione dell’art. 184 bis TUA per agevolarne l’applicazione, contenesse alcune gravi lacune interpretative.
Riguardo alla “chiarezza”, è già significativo rilevare che lo stesso giorno successivo alla sua entrata in vigore fu già emanata dal MASE una Circolare “esplicativa”, alla quale ne segui a distanza di un paio di mesi un’altra, ancora più confusa e densa di inesattezze della precedente.
Da allora ad oggi, nonostante sia sempre più evidente ed improcrastinabile la necessità di utilizzare il più possibile tutti gli strumenti normativi della circular economy, al fine di intervenire con decisione sul terreno della attenzione allo spreco di materie prime, ancora mille dubbi e difficoltà interpretative si addensano su questo istituto.
In particolare troppi sprovveduti si affidano a “maghi” del sottoprodotto, i quali promettono mirabolanti scorciatoie per riuscire a trasformare in un battibaleno con un colpo di bacchetta magica i rifiuti prodotti da un’attività produttiva in sottoprodotti.
Ma per evitare che quella scorciatoia non ci porti nel burrone della gestione non autorizzata di rifiuti ci vogliono esperti, non maghi!
Per scoprire e dimostrare il vero valore nascosto dei residui di produzione, segnalo che TuttoAmbiente ha, tra l’altro, creato e registrato una procedura specifica : “Sottoprodotti gestione sicura ®”, già utilizzata con successo da oltre 70 aziende.
Alla prossima settimana
Stefano Maglia:
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