I rappresentanti degli Stati Membri in seno al Consiglio dell’UE hanno concordato il 23 giugno 2025 il mandato negoziale sulla semplificazione degli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità e dei doveri di due diligence al fine di rafforzare la competitività dell’UE, sulla base del c.d. Pacchetto Omnibus adottato dalla Commissione UE lo scorso 26 febbraio 2025.

La proposta mira a semplificare le direttive relative alla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD) e al dovere di diligenza (CSDDD), riducendo gli oneri di informazione e limitando le ripercussioni a cascata degli obblighi sulle imprese lungo la catena del valore meno strutturare e finanziariamente meno stabili.

Riguardo alle modifiche alla CSRD, la Commissione, all’interno della proposta Omnibus I, aveva proposto di aumentare la soglia di dipendenti a 1.000. Il Consiglio ha deliberato di aggiungere anche una soglia di fatturato netto superiore a 450 milioni di euro, alleviando ulteriormente l’onere di rendicontazione per le PMI. Il mandato del Consiglio dell’UE, inoltre, secondo i dettami del principio trasversale di proporzionalità, introduce anche una ‘clausola di revisione’: i rappresentanti dell’eurozona ritengono doveroso mantenere la possibilità di una nuova estensione dell’ambito di applicazione per garantire un’adeguata disponibilità di informazioni sulla sostenibilità aziendale. In questo modo non verrebbe intaccato il percorso comunitario volto alla creazione di una vera e propria cultura della rendicontazione sostenibile.

Anche in ambito CSDDD, il Consiglio dell’UE ha sollevato alcune ipotesi di modifica e di integrazione del Pacchetto Omnibus. Il comunicato prevede la proposta di innalzare le soglie a 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato netto. Questo significa che rientrerebbero nella direttiva solo 6.000 grandi imprese europee e circa 900 extra-UE. Il principio regolatore è semplice: concentrare l’intervento regolatorio sulle realtà con maggiori capacità di influenza e assorbimento dei costi. Il Consiglio dell’UE, inoltre, ha appoggiato la proposta della Commissione UE di concentrare l’attenzione sui partner commerciali diretti (Tier 1), a meno che non emergano elementi oggettivi e verificabili che giustifichino un’estensione lungo la catena di approvvigionamento. Il mandato del Consiglio dell’UE, infine, rinvia di un anno, al 26 luglio 2028, il termine di recepimento della direttiva relativa al dovere di diligenza.

Ulteriore obbligo oggetto di semplificazione concerne la predisposizione e l’implementazione dei piani di transizione per la mitigazione climatica: il mandato del Consiglio dell’UE ritiene non più necessario dettagliare tutte le fasi dell’attuazione dei piani, ma solo dimostrare l’esistenza e la coerenza degli interventi pianificati.

Ora il prossimo obiettivo del Consiglio è costituito dall’avvio del confronto e dei negoziati con il Parlamento Europeo, per cercare un accordo che sia al tempo stesso ambizioso e sostenibile, una volta che quest’ultimo avrà definito la propria posizione negoziale. La prossima fase negoziale sarà dunque determinante non solo per la forma finale delle direttive, ma per l’intero assetto della governance ESG europea dei prossimi anni.

 


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