La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, inviando una lettera di costituzione in mora (INFR(2024)2268), per il non corretto recepimento della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/CE quale modificata dalla direttiva (UE) 2018/850).

La direttiva relativa alle discariche di rifiuti stabilisce per le discariche requisiti volti a prevenire ripercussioni negative per la salute umana, l’acqua, il suolo e l’atmosfera. A norma di tale direttiva gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure per garantire che solo i rifiuti trattati vengano collocati a discarica. La direttiva fissa l’obiettivo di ridurre il collocamento in discarica dei rifiuti urbani al 10 % entro il 2035, vieta, a partire dal 2030, il collocamento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, e stabilisce regole per calcolare il conseguimento degli obiettivi di riduzione del collocamento in discarica.

L’Italia, insieme ad altri Stati membri, non ha definito correttamente:

che i rifiuti sottoposti a incenerimento devono essere dichiarati come collocati in discarica;

il tipo di rifiuti che possono essere inviati a una discarica di rifiuti pericolosi; e

le specifiche per lo stoccaggio temporaneo di mercurio metallico.

Inoltre, l’Italia non ha recepito correttamente alcune delle prescrizioni relative al monitoraggio del gas e al campionamento delle acque sotterranee nelle discariche.

L’Italia ha due mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

La Commissione europea ha inoltre inviato un parere motivato all’Italia (INFR(2024)0232) per non aver recepito nel diritto nazionale le norme dell’UE che accelerano le procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile stabilite nella direttiva (UE) 2023/2413 (c.d. direttiva RED III).

Tale direttiva modifica la direttiva sulle energie rinnovabili (direttiva (UE) 2018/2001) fornendo nuove norme per semplificare e abbreviare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile sia per i progetti infrastrutturali necessari per integrare la capacità aggiuntiva nel sistema elettrico. Include limiti temporali chiari per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipologie specifiche di progetti. Inoltre, introduce la presunzione che i progetti di energia rinnovabile, lo stoccaggio e la relativa infrastruttura di rete siano di interesse pubblico primario. Esiste anche l’obbligo per gli Stati membri di progettare “aree di accelerazione delle energie rinnovabili” in cui i progetti possono beneficiare di scadenze più brevi per le autorizzazioni, dati i bassi impatti ambientali.

L’Italia ha due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

 

 


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