In data 29 aprile 2025 l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato il briefing dal titolo “Polimeri PFAS in primo piano: sostenere le ambizioni dell’Europa verso un’economia circolare, a basse emissioni di carbonio e a inquinamento zero”.

Il briefing esplora gli impatti dei polimeri PFAS e mette in luce le più recenti conoscenze sui loro potenziali effetti sulla salute, sull’ambiente e sul clima. Fornisce inoltre un contesto di riferimento per le proposte in corso volte a chiarire l’uso dei PFAS in Europa.

Come si legge nel documento, le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) possono essere suddivise in forme polimeriche e non polimeriche. I polimeri PFAS costituiscono una parte significativa, dal 24 al 40%, del volume totale di PFAS sul mercato dell’UE.

I polimeri PFAS sono ampiamente utilizzati nei prodotti di consumo, nella produzione industriale e, sempre più, nelle tecnologie verdi.

Essi possono avere impatti gravi e irreversibili durante il loro ciclo di vita. Tra questi, effetti tossici, impatti sui cambiamenti climatici e sulla riduzione dell’ozono. Possono anche ostacolare la riciclabilità dei prodotti.

Una recente proposta di restrizione universale dei PFAS ai sensi del regolamento (CE) 1907/2006 (c.d. regolamento Reach), presentata da Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, mira a vietare tutti i PFAS (inclusi i polimeri PFAS), a eccezione di alcuni usi per i quali sono previste deroghe temporanee.

La proposta è attualmente in fase di discussione da parte dei comitati scientifici dell’ECHA, dopodiché sarà sottoposta alla Commissione europea per la decisione.

In tale contesto, la Commissione ha espresso il proprio impegno a fare chiarezza sui PFAS nell’ambito del pacchetto sull’industria chimica previsto per la fine del 2025.

 


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