La Commissione europea dovrà presentare, entro il 30 giugno 2017, una relazione di valutazione intermedia del programma LIFE e, in vista della pubblicazione di tale valutazione, ha chiesto al Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) e al Comitato delle regioni di esprimere i loro punti di vista in merito alla nuova configurazione del programma, tenendo conto delle novità introdotte nel 2014.
Sulla GUUE C-173 del 31 maggio 2017, è pubblicato il Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla “Valutazione intermedia del programma LIFE” (parere esplorativo), nel quale il Comitato ritiene che sia ancora troppo presto per formulare una “valutazione intermedia” attendibile della fase attuale del programma, perché i primi progetti della nuova fase di programmazione sono stati assegnati appena nel 2015 e la stragrande maggioranza di essi non è ancora stata completata, né tanto meno valutabile.
Ciò nonostante, il Comitato formula un primo contributo riguardo alla configurazione del programma LIFE per il periodo 2021-2028.
In primo luogo, il CESE ribadisce il suo pieno appoggio all’idea che questo programma di finanziamento a sé stante dal punto di vista del bilancio venga proseguito oltre le prospettive finanziarie in corso. Tale prosecuzione è necessaria perché, nonostante i numerosi progressi incoraggianti e le decisioni di indirizzo (ad esempio, l’agenda 2030 delle Nazioni Unite, gli accordi di Parigi sul clima e la strategia UE in materia di biodiversità), i problemi ambientali sono lungi dall’essere risolti e l’orientamento delle politiche UE verso l’efficienza delle risorse, le basse emissioni di carbonio e il mantenimento della biodiversità non è ancora stato avviato con risultati positivi.
Le analisi effettuate per le direttive in materia di protezione della natura hanno chiaramente dimostrato che il quadro giuridico è appropriato, ma che le risorse finanziarie per la gestione mirata della rete Natura 2000 sono nettamente insufficienti.
Infine, il Comitato sottolinea come la continuità del programma LIFE sia un fattore chiave per l’efficacia e la credibilità della politica ambientale dell’UE, e debba essere garantita facendo in modo che il Settimo programma d’azione per l’ambiente, l’agenda per lo sviluppo sostenibile adottata dalle Nazioni Unite e gli accordi di Parigi sul clima siano integrati orizzontalmente in tutte le altre politiche e in tutti i programmi di finanziamento dell’UE. (MVB)

 


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