Cari web-lettori,

Senza tetto né legge (cit. film di Varda del 1985). Senza capo né coda. W la “legge dell’in.”
In-comprensibili, in-concludenti, in-competenti, in-giuste, in-sostenibili: le norme partorite ultimamente dal nostro immeritatamente denominato “legislatore” in materia di gestione rifiuti sono davvero senza senso. O forse un senso ce l’hanno?
Lunedì scorso ho svolto la lezione introduttiva alla Scuola Superiore della Magistratura a Scandicci sul tema “Disciplina generale dei rifiuti: questioni interpretative e novità normative”, dinnanzi ad oltre 100 magistrati. Confrontarmi con una platea così qualificata, attenta e disponibile è stata cosa rara. E analizzare assieme a loro le voragini interpretative e normative sulla classificazione rifiuti pericolosi, sulla norma sulla terra dei fuochi di fatto inapplicabile proprio alle discariche abusive (!), sul trasporto rifiuti da manutenzione, sul sottoprodotto, sulle terre da scavo, sul Sistri, sulla effettiva entrata in vigore del nuovo testo dell’art. 188 TUA (ecc.), da un lato mi ha confortato nel verificare dal vivo l’attenzione e la disponibilità della magistratura in materia, ma dall’altro abbiamo condiviso la frustrazione e il disappunto (eufemismo!) verso un legislatore davvero in-sufficiente (legge dell’in) e “pericoloso”.
Troppe zone franche, troppi errori, troppa in-esperienza.
La domandona è: ma chi le scrive ‘ste norme e chi le approva??? Nel caso più allucinante di tutti (ovvero la norma insostenibile in vigore dal 18 febbraio contenuta nel decreto sostenibilità – !!! – ) sulla classificazione dei rifiuti pericolosi (v. lettera aperta Assiea) che per tre mesi e mezzo farà impazzire aziende e controllori (a meno di un auspicabile “ravvedimento operoso” del nostro “legislatore”), si narra che a “scriverla” (v Sole 24 ore del 25 febbraio) sia stato lo stesso chimico-consulente che sostiene che nessuna analisi sui rifiuti sia sufficientemente corretta, sostanzialmente cancellando i rifiuti non pericolosi nelle voci a specchio! Ma su 900 dipendenti del Ministero e altrettanti Parlamentari non c’era proprio nessun’altro? E pensate: in tutto questo pericoloso pasticcio (lo stesso Pres. Realacci ed il Min. Galletti hanno di fatto ammesso l’errore) l’unica norma finita in GU è quel DM per cui il CFS (che sta probabilmente per essere impunemente soppresso!) potrà interconnettersi al Sistri. Ma con la logica normativo-operativa chi si interconnette?
Cui prodest tutto ciò??? La confusione normativo-interpretativa giova SOLO agli eco-criminali. Punto. Qualcuno se ne renda conto. Basta riempirsi la bocca di “green economy” se non riusciamo nemmeno a fare quel che fanno in tutti gli altri Paesi europei. Dopo quasi trent’anni in cui mi occupo di diritto ambientale non mi stancherò mai di sperarlo. Ma la rabbia è tanta.
Da ultimo vi segnalo due corsi nuovi:
– BOLOGNA 22 aprile 2015,
CLASSIFICAZIONE RIFIUTI PERICOLOSI, Le novità. Analisi operativa
– CAGLIARI dal 27 al 29 maggio 2015 – 29/05/2015 RIFIUTI e BONIFICHE, Criticità, novità operative e casi pratici

Ps last minute: il 28 febbraio è andata in GU la L. 27 febbraio 2015, n. 11, di conversione del DL Milleproroghe (DL 192/14) nella quale (oltre alle solite millesime ridicole mini-proroghe Sistri e Discariche) non c’è nulla su quell’aberrazione normativa di cui sopra. Errare è umano, perseverare è da in-coscienti.

Alla prossima settimana

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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