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Autorizzazioni impianti: se sedici anni vi sembran pochi!

Parafrasare una vecchia canzone delle mondine mi aiuta ad introdurre un argomento assai importante e delicato partendo da una notizia: incredibilmente è stato autorizzato in Italia il primo parco eolico offshore in mare. Ottimo! Ma sapete quanto ci è voluto? 16 anni! Ma è mai possibile? E ci riempiamo la bocca coi problemi di dipendenza energetica da Russia&c? Invece di andare in giro per il mondo ad elemosinare gas e dintorni (si fa per dire: agli USA pagheremo il doppio di quanto paghiamo ora!) non sarebbe il caso di darsi una mossa per accelerare, nell’ambito del massimo dei controlli ambientali, la realizzazione di nuovi impianti?

Qualche dato: negli USA la produzione di energia dal “vento” ha superato per la prima volta quella sia dal carbone che dal nucleare: noi siamo tra gli ultimi in Europa. Termovalorizzatori: 126 in Francia, 96 in Germania, 37 in Italia (di cui 16 solo in Lombardia): già siamo pronti ad assistere agli assalti alla decisione del sindaco di Roma di dotarsi di un nuovo impianto, per impedire che i rifiuti di Roma e dintorni non finiscano negli inceneritori tedeschi o nelle discariche più o meno autorizzate (Casamonica ringrazia).

Proprio mentre scrivo queste righe dovrebbe andare in Gazzetta la legge di conversione del DL 17/2022 (Decreto bollette) che dovrebbe dare impulso in particolare alla diffusione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e biogas, con l’ampliamento delle zone classificate come “idonee”, utilizzando semplificazioni autorizzative.

Mi immagino già i “Nimbysti” all’opera. Staremo a vedere.

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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