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Costituzione e ambiente: buon compleanno! Si può dire?

Tra pochi giorni compie due anni il sostanziale inserimento della tutela dell’ambiente nella nostra Costituzione, troppo spesso dimenticata e calpestata nei suoi valori fondanti, nata dopo la sconfitta del fascismo (si può dire?) con lo straordinario impegno dei nostri padri costituenti.

Dal ’48 abbiamo poi però dovuto aspettare sino al 2022 per avere un preciso e puntuale richiamo alla tutela ambientale. In particolare il passaggio da “paesaggio” ad “ambiente” ed il cenno deciso all’attenzione alle future generazioni (nuovo art. 9) e il forte richiamo affinchè l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da recare danno all’ambiente, oltre al quello rivolto agli stessi legislatori affinchè guidino questo processo determinando “i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”, rappresentano una conquista recente, di altissimo valore e significato, specialmente per quelli che, come me, si sono battuti per decenni per elevare la protezione ambientale al rango che le compete, come del resto avviene nella stessa Costituzione europea. Ma ve eravate accorti?

Ma guardiamoci bene attorno: in questi due anni sono stati colti questi “impegni”? La politica, la cultura, le leggi, la comunicazione, hanno cambiato registro e visione, di fronte oltretutto alla ineludibile urgenza di intervenire per frenare il drammatico piano inclinato che si è creato per il nostro pianeta, che solo ottusi negazionisti (si può dire?) si ostinano a non vedere! Nemmeno la pandemia, le materie prime sempre più preziose e rare, guerre a ripetizione che producono non solo stragi di bambini innocenti ingabbiati in una striscia di terra (si può dire?), ma anche danni anche ambientali incalcolabili, hanno prodotto questa inversione di tendenza, questa spinta verso una nuova visione della stessa economia (circolare!) e dello sviluppo (sostenibile!) che non potranno più prescindere, per sopravvivere, da quel richiamo, da quello “schiaffo” operato due anni fa nella e dalla nostra Costituzione.

Ma, come dico sempre, impresa e ambiente devono coesistere per avere entrambe un futuro con un futuro. Siete d’accordo?

Viva la Costituzione dunque (si può dire?)

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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