26/04/2015
di Stefano Maglia
Classificazione rifiuti all'italiana? Resistere, resistere, resistere
Care/i web-lettrici/lettori,
resistere, resistere, resistere (ricordate Francesco Saverio Borrelli)?
Fra le nostre più indigeste ricette abbiamo dunque aggiunto anche la classificazione dei rifiuti all’italiana.
Proviamo a fare il punto. Con un DL (!) convertito in legge dal Parlamento appena dopo ferragosto di un anno fa (caso ipotizzabile dai nostri Padri costituenti – a proposito, un profondo e riconoscente grazie a 70 anni dalla Liberazione – ad una necessità ed urgenza tipo invasione degli alieni) si è deciso che 180 gg dopo (!!) solo noi in tutta Europa dovessimo ottemperare a regole per la identificazione dei rifiuti pericolosi in caso di voci a specchio tanto balorde che persino il Consiglio nazionale dei chimici (cui immagino appartenga la mano di chi ha partorito tale assurdità) si rifiuta di applicare (!!!). Segnalo che dal 18 febbraio ad oggi non mi risulta che si sia levata nessuna voce a difesa di questa norma contenuta paradossalmente in un decreto “competitività” (!!!!), scritta e approvata in realtà da in-competenti e in-competitivi.
Ed in tutto ciò accade che il primo giugno prossimo entreranno in vigore in tutta Europa i nuovi Reg. e Dec. che riscriveranno tutto di sana pianta e saranno direttamente applicabili in tutti gli Stati membri (al proposito vi segnalo i nostri prossimi Corsi di formazione sulla Classificazione Rifiuti di ROMA, 12 maggio e TORINO, 19 maggio).
Il nostro legislatore che fa? Elimina questo obbrobrio che di fatto cancella i rifiuti non pericolosi dalle voci a specchio? Sarebbe bastato inserire una normettina nell’ennesimo milleproroghe di dicembre, no? Se proprio non si voleva ammettere l’errore si poteva furbescamente prorogarne l’entrata in vigore a fine maggio, no? E invece? Il nulla. Tutto tace. Nessun controllo, nessuna sanzione, nessuna posizione ufficiale. Per fortuna anche questa volta i “controllori” si confermano decisamente più dotati di competenza e buon senso di quel nugolo di incoscienti. Cosa si pretende: che produttori di rifiuti e laboratori rifacciano analisi su analisi ogni tre mesi? Sta qui la “competitività”? Ma per favore!
In fondo basta resistere ancora poco più di un mese, no? Poi questa ennesima fesseria normativa scomparirà come neve al sole del primo di giugno, rimanendo solo un ennesimo cameo di come non si devono scrivere le norme ambientali.
In fondo basta resistere ancora poche settimane, no?
Resistere, resistere, resistere.
Alla prossima settimana!
Stefano Maglia
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