Care/i web-lettrici/lettori,

scava scava vecchia talpa!
Sapete, il tema della gestione delle terre e rocce da scavo nel nostro Paese mi ha sempre affascinato. Che nella Patria dell’ecomafia e degli ecofurbi vi sia da sempre questa attrazione morbosa del nostro legislatore per questo argomento ha effettivamente un nonsoche di “inusuale” (confesso che stavo scrivendo un’altra cosa).
Pensate: sin dai tempi dell’entrata in vigore del Dlvo 152/06, ovvero ormai da oltre dieci anni, nelle disposizioni “transitorie e finali” si segnalava che sarebbe stato emanato un DM che disciplinasse i materiali da scavo prodotti nei piccoli cantieri. Chi l’ha visto?
Poi il beneamato art. 186 TUA – poi defunto e sostituito dai supercaotici DM 161 e art. 41-bis del Decreto Fare (!?) – per dire quando le terre possono essere sottoprodotti; infine l’art. 185 TUA come modificato dal DLvo 205 nel 2010 per dire quando non sono rifiuti. Superchiaro, non c’è che dire. O no?
Per fortuna pare che finalmente le cose potrebbero essere maggiormente chiare e definite grazie al nuovo Regolamento approvato pochi giorni fa dal Governo ed in attesa della sola pubblicazione in Gazzetta.
Chiare e definite come? Con quali criteri tecnici e normativi? Con quali strumenti, rischi e responsabilità? Semplice: iscrivetevi ai nostri tre Corsi di formazione su TERRE E ROCCE a Milano il 21 settembre, Roma il 6 ottobre, Bologna il 19 ottobre per ottenere tutte le risposte. Docenti? La Geologa Linda Collina ed il sottoscritto, mica i soliti tuttologi! Iscrizioni a numero chiuso!

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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