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Classificazione rifiuti o Cast away?

Ci sono fior fiore di nostalgici (spero) o somari (temo) che si rifiutano di mantenersi aggiornati con gli inevitabili cambiamenti normativi che avvengono nel nostro Paese.
La prima immagine che mi viene in mente è quella di una zattera – tipo Cast Away – in cui i nostri malcapitati naufraghi non si accorgono che in realtà non sono in mezzo all’oceano, ma in una vasca da bagno.
Cosicchè si ostinano, per esempio, a considerare come vigenti norme abrogate da anni, ma a cui probabilmente si erano affezionati (o facevano comodo!) come al pallone Wilson (sempre per rimanere al noto film), proponendo astruse ed improbabili interpretazioni tanto per mantenerle in vita, mentre ben più semplicemente basterebbe prendere atto che il tempo è cambiato. E le norme pure.
Esempio per tutti: la classificazione dei rifiuti. Chimici che se ne fregano dei pareri non solo del loro Ordine nazionale, ma persino di quelli dell’ Istituto superiore della sanità; laboratori che tanto per non sbagliare utilizzano tutti i sistemi di classificazione rifiuti esistenti sulla terra; magistrati e siti istituzionali (es Normattiva.it) che ignorano che dal 1 giugno 2015 lo sciagurato art. 13 della L. 116/14 non esiste – per fortuna! – più; produttori di rifiuti che sperano che la loro responsabilità in caso di errata classificazione la possono cedere contrattualmente. Fermi tutti. Facciamo un serio punto della situazione.
Per tutti gli operatori del settore (produttori, gestori, laboratori, ecc..) proponiamo il nuovissimo Corso di formazione su LA CORRETTA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI, che si terrà a Milano il prossimo 30 maggio, accreditato – tra l’altro – dagli ordini nazionali dei Chimici e degli Ingegneri. Numero chiuso: affrettatevi!

Alla prossima settimana!!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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