Cari Web lettori,

che vi avevo detto? Nelle settimane di Ferragosto succede sempre qualcosa (e senza far riferimento ad altre questioni politiche di infimo lignaggio che ci ammorbano in questi giorni).

Come una mitraglia il 20 agosto vanno in Gazzetta le leggi 96, 97 e 98, ovvero, rispettivamente, le due “comunitarie” e la conversione del decreto fare, tutte recanti notevoli novità per il nostro settore. Della Legge Europea 2013 e di quella di Delegazione Europea, le quali entreranno in vigore il prossimo 4 settembre, parleremo prossimamente: in questa sede vi rammento solo le notevoli novita’ in materia di Raee e di danno ambientale.

Per quanto riguarda invece il decreto “Fare poco per l’ambiente” dopo la conversione operata dalla L. n. 98, vi segnalo, oltre ai soliti pasticci in materia di terre e rocce (e matrici materiali di riporto) ed alla già segnalata rivoluzionaria norma sul pastazzo di agrumi come sottoprodotto (faccio peraltro notare che anche prima il pastazzo, come qualunque altro scarto, poteva essere considerato sottoprodotto alle condizioni dell’ art. 184 bis TUA) che cambierà senz’altro le sorti della politica ambientale mondiale, quella norma di cui all’ art. 28 (“indennizzo da ritardo nella conclusione del procedimento”) di evidente interesse anche in campo ambientale.

Chi non conosce le difficoltà, i costi e la frustrazione derivanti dall’aver, nei tempi e nei modi dovuti, presentata, per esempio, una richiesta di rinnovo della propria autorizzazione alla gestione dei rifiuti, e non aver avuto alcuna risposta alla scadenza, rischiando così non solo le sanzioni di cui all’ art. 256 TUA , ma anche la chiusura dell’impianto e la sospensione dal lavoro dei propri dipendenti, perdendo – se va bene – decine di migliaia di euro al giorno? Ma ora basta timori e preoccupazioni: c’ e’ l’ art. 28. Una sorta di giustiziere della notte (ricordate Charles Bronson?) . Udite, udite. In caso di “inosservanza del termine di conclusione del procedimento amministrativo per il quale sussiste l’ obbligo di pronunciarsi” la PA corrisponde all’ interessato una somma pari a 30 euro (!) per ogni giorno di ritardo, fino ad una massimo di 2000 euro. Appero’! E un “gratta e vinci” no?

Alla prossima settimana

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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