Cari web-lettori,

Dei delitti e delle bozze”? Prendo atto che Confindustria manifesta perplessità verso le due proposte di legge (C.957 e C.342) che mirerebbero ad introdurre nel codice penale alcuni “delitti contro l’ambiente” sostenendo tra l’altro che si dovrebbe specialmente “puntare su un sistema efficace di controlli preventivi e incentivare il ripristino ambientale che può essere altrettanto efficace delle sanzioni” e che “occorre differenziare in modo netto la condotta di chi inquina in modo intenzionale da quella di chi, pur operando nel rispetto degli standard di legge, incorra in un illecito ambientale”. Dunque, facciamo un po’ di ordine, ma consentitemi una breve premessa.
Personalmente è dal 1985 che dico e scrivo che la prima cosa che di dovrebbe fare sarebbe sostituire la parola “paesaggio” con “ambiente” nella nostra Costituzione (e noto che nelle premesse alle proposte di legge si fa ancora confusione su questi termini, per nulla equivalenti). Inoltre già nel 1999 fui chiamato dalle commissioni congiunte ambiente e giustizia del Senato come “esperto” per proporre proprio l’inserimento nel Codice Penale di un titolo dedicato ai “Delitti ambientali”. Com’è di tutta evidenza in 15 anni non se ne fece nulla.
In realtà una cosa è accaduta: l’entrata in vigore in Europa della Dir. 99/08/CE sui reati ambientali (recepita in modo che eufemisticamente definirei “pedestre” dal nostro distratto legislatore con il DLvo 121/11). E’ quello, e solo quello, il punto di riferimento in materia. Punto.
Nel merito di quel che penso io delle attuali proposte di legge scriverò qualcosa a parte nei prossimi giorni (segnalo solo che termini indeterminati come “rilevante”, “deterioramenti” o “disastri” fanno solo la gioia dei nostrani Clint Eastwood e degli avvocati, per chi se li può permettere), ma tornando alle riflessioni su riportate di Confindustria vorrei sommessamente rammentare che: 1) D’accordissimo sul sistema efficace dei controlli, ma mica solo preventivi! E allora: più risorse per queste finalità, altro che buttar via soldi per Sistri&dintorni!; 2) Il ripristino ambientale è una forma di sanzione “accessoria” (!) non alternativa alla principale (ci mancherebbe altro che uno fa una discarica abusiva e se la cava solo col ripristino); 3) D’accordo sull’inserire l’elemento soggettivo nella valutazione (e su questo la Dir. 99 è estremamente esplicita), ma ricordo che fra gli “illeciti ambientali” ci sono anche gli “illeciti penali” ovvero i reati, tra cui i delitti.
Io, se fossi la Confindustria, farei invece una bella campagna per depenalizzare i reati formali (uno per tutti l’art. 256, c. 4 del TUA) e per penalizzare fortemente quelli sostanziali (come del resto chiede l’Europa). Del resto qualcosa è contenuto anche nell’altra bozza in discussione del DDL 938 (semplificazioni), ma anche su questo ritorneremo. Ma quando non saranno più bozze.
In 25 anni di attività ho visto (e abbiamo preso) “un sacco di bozze” e pochissime leggi. E ancor meno di buone.

Alla prossima settimana

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

Seguici anche su Facebook, Twitter e Linkedin!

© Riproduzione riservata


Condividi: