Cari web-lettori,

ma chi è? Credo che tra i miei circa 20.000 lettori almeno 19.999 (immaginando che almeno un parente sia nella mailing list) si siano posti questa semplice domanda sentendo il nome del nuovo Ministro dell’ambiente, Gianluca Galletti, commercialista, UDC, il cui unico contatto con la materia pare (pare!) sia stata una intervista in cui manifestava il suo convinto sostegno alla installazione di una nuova centrale nucleare in Emilia Romagna.
Sia chiaro: il fatto che un incompetente piazzato dal manuale Cencelli sia a capo del “nostro” ministero non è certo una novità (né la cosa mi scandalizza), in quanto è dai tempi del mio amico Ronchi (fine anni ’90) che non abbiamo un “responsabile” all’altezza (con la parziale parentesi di Corrado Clini), ma non è questo il punto. La domanda provocatoria è un’altra: se davvero, come è di tutta evidenza, da noi questo ministero è ormai ritenuto l’ultimo in termini di importanza, risorse e competenze (basti pensare al fatto che tutto ciò si è verificato solo per l’effetto domino derivato dallo “slittamento” di Andrea Orlando alla giustizia, tipo: “oh! E’ rimasta una poltrona libera!”), mentre invece in tutti i paesi del mondo più evoluti è al centro delle politiche legislative, industriali ed economiche (la stessa Merkel è stata del resto Ministro dell’ambiente in Germania), perché mantenerlo?
Che qualcuno abbia il coraggio di compiere un gesto pietoso che faccia finire questa agonia e ammetta che nel nostro Paese della politica ambientale non ce ne importa nulla. Sporadiche sparate. Fumo negli occhi per inquinare anche le menti. Sistri, emergenze varie, terra dei fuochi, TUA, reati ambientali: in realtà affari e/o propaganda. Una politica ambientale propositiva ed efficace dov’è? Dove le risorse per la prevenzione, la vigilanza, il lavoro verde? Dove?
Io ricordo che nel 1986, quando nella stessa legge si istituì il ministero e si stabilì sostanzialmente per la prima volta che anche in Italia l’ambiente fosse un bene giuridico autonomo, tutti noi fummo entusiasti. E ora? In questi anni il ministero ha allungato il nome ed ha sempre più accorciato risorse. Dovrebbe in realtà chiamarsi ministero “per” l’ambiente, e basta, ma non è così. Green economy? E come?
So anche che sarò tra i pochi a dire con chiarezza queste cose che pensano in tanti, ma si sa, un posticino prestigioso in qualche commissione di esperti fa sempre comodo, meglio non scontentare nessuno.
Dal bene ambiente siamo passati al culto della bellezza. Non sono la stessa cosa.
Verso l’insostenibile leggerezza dell’ambiente? Già, in-sostenibile.
Dimenticavo: auguri di buon lavoro, Signor Ministro.

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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