07/01/2021
di Stefano Maglia
Quale futuro per l’ambiente dopo l’annus horribilis?
Care/i web-lettrici/lettori,
Quale futuro per l’ambiente dopo l’annus horribilis?
E così l’epidemia tutte le feste (?) ha portato via. E ora?
Intanto lo scavallamento dell’annus horribilis ci fa guardare verso una tenue luce in fondo al tunnel, anche grazie alle imminenti campagne vaccinali. Già, ma questo tunnel dove porta?
In attesa di ricevere buone notizie dai prossimi (?) progetti ambientali inseriti nel Recovery Plan, limitiamoci per ora a qualche breve riflessione.
Intanto notiamo che due storiche tradizioni di Capodanno, immancabili come lo zampone e le lenticchie, non sono state – per fortuna – rispettate: il solito nuovo DPCM MUD e il solito milleproroghe a gogo hanno saltato un turno. In campo ambientale ‘ste proroghe son state infatti ben meno del solito. Anzi, la cosa più rilevante sta proprio nella “non-proroga” dell’entrata in vigore all’1 gennaio della rivoluzionaria riforma della classificazione dei rifiuti dopo 36 anni, prevista negli artt. 183 e 184 del Testo Unico ambientale come modificati dal DLvo 116/20.
In argomento vi invito a leggere un interessantissimo articolo di Paolo Pipere , ma specialmente ad iscrivervi al Corso di formazione RIFIUTI: NOVITA’ E CRITICITA’ dopo le riforme Circular Economy (21 gennaio), a quello su LA NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI E LA TARI (24 febbraio) ed al MASTER GESTIONE RIFIUTI (dal 16 febbraio all’11 marzo)
Alla prossima settimana!
Stefano Maglia
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