20/03/2018
di Stefano Maglia
In prigione, in prigione!
Care/i web-lettrici/lettori,
In prigione, in prigione!
Così cantava un po’ di anni fa Edoardo Bennato. Prendo a pretesto questa canzone per fare una riflessione che vorrei condividere con voi.
Da un lato è sicuramente vero che siamo il Paese al mondo con più ecodelinquenti professionali (la vera “ecomafia”), con un tasso di gestione illegale di rifiuti elevatissimo a fronte di un sistema di vigilanza e controllo ormai ridotto ai minimi termini.
Dall’altro – contemporaneamente – abbiamo un gruppo di “beati”, santificati ambientali che da pulpiti di ogni genere si rifiutano di credere che si possa essere imprenditori onesti e rispettosi delle regole ambientali e gestori ambientali che rispettano le norme.
Ma no! Impossibile! Tutti delinquenti! Sottoprodotto? Puah! Una invenzione della ecomafia! Il deposito temporaneo? Aaargh! Vade retro!! L’end of waste? Stiamo scherzando? Figurati se è ammissibile che da un rifiuto si possa generare un prodotto!
Cari soloni, volete un mondo tutto di discariche? Tornare pre Dir. 442/1975/CE in cui la priorità non era produrre meno rifiuti e sprecare meno risorse? Non sono da premiare quelli che agiscono per valorizzare la priorità nella gestione rifiuti, no! Ma da punire perché sicuramente sono delinquenti!! E chi la pensa diversamente è solo un prezzolato compagno di merende di questo “mondo di ladri” (cit. Venditti, questa volta).
Circular economy? Sì, ma solo nell’ora d’aria!
Per finire vi segnalo che il 29 maggio a Milano replicheremo il corso di formazione su Rifiuti pericolosi: come classificarli correttamente, che ha avuto il tutto esaurito nell’edizione di Bologna.
Alla prossima settimana
Stefano Maglia
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