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PNRR: Proviamo Nuovamente a Riutilizzare i Rifiuti?

Ho qui sotto il naso le 273 pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da approvare alla velocità della luce prima di trasmetterlo a Bruxelles.

Ovviamente ci torneremo con più cura e attenzione prossimamente, ma intanto permettetemi qualche osservazione in prima battuta.

Alla “Rivoluzione verde e transizione “ecologica” (Missione 2) sono destinati la bellezza di 59.33 miliardi. Bene. La fetta decisamente più rilevante spetta a idrogeno (Rifkin docet) e FER mettendo – giustamente – al primo posto la lotta ai cambiamenti climatici. Peccato però che di economia circolare e gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti si tratti sostanzialmente solo da pagina 120 a 122 (!) senza far alcun cenno, per esempio, a forme di finanziamento per la transizione ecologica dei “processi produttivi in ottica circolare” già ipotizzati per esempio dal DL Crescita sin dal 2019 o per spingere verso quelle modifiche impiantistiche che possano finalmente far partire quelle simbiosi industriali indispensabili per non sprecare materie prime attraverso l’istituto del sottoprodotto (v. art. 6, c.2, DM 264/16). Ancora. Si parla del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, ma mai del Programma Nazionale per la Prevenzione dei Rifiuti. Ma diavolo! Se non sfruttiamo tutte queste risorse per prevenire la produzione dei rifiuti ora, quando mai lo potremmo fare?

I progetti “faro” sono riportati al punto 1.2: target di riciclo per RAEE, carta e cartone, plastica e tessile, con un sistema di monitoraggio che consentirà di affrontare “tematiche di scarichi illegali” (un illecito personalmente sconosciuto) utilizzando “satelliti, droni, e tecnologie di intelligenza artificiale”. Mamma mia! Anche un po’ di intelligenza naturale non ci starebbe male, però.

Peculiare poi è il punto 1.3 a pag. 122. La sintesi – correggetemi se sbaglio – è: lasciamo perdere la riduzione della produzione a monte di rifiuti e concentriamoci sulla “costruzione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti” velocizzando le procedure di autorizzazione, ma senza eliminare quelle sciocchezze normative tipo la roulette russa dell’art. 184 ter (End of Waste), ma intervenendo sulla “mancanza di competenze del personale amministrativo”. Beh, come complimento non è male.

Per ora mi fermo qui.

Oggi, 15 anni fa, entrò in vigore il Testo Unico Ambientale. Un consiglio: la Scuola di perfezionamento: “IL TESTO UNICO AMBIENTALE” (dall’8/6 al 6/7).

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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