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SUP: il piatto piange?

Un paio di giorni fa ho avuto il piacere e l’onore di partecipare – in veste di esperto – ad un interessantissimo webinar organizzato dal CONAI relativo alla disciplina dei prodotti in plastica monouso, di cui al Dlvo 196/21, con particolare riferimento alle utilissime e preziose Linee guida dello stesso CONAI.

Il tema di cui mi sono occupato riguardava una questione alquanto complessa, relativa all’interpretazione dell’art. 3, c.1, lett. b) del citato decreto, ove si definisce il “prodotto in plastica monouso”. In particolare il quesito era: un piatto in plastica non realizzato in polimeri naturali non modificati chimicamente ma che contiene alimenti è compreso nel concetto di prodotto di plastica monouso e quindi disciplinato dal decreto legislativo 196 oppure ne è escluso?

Senza andare nel merito della questione, la mia attuale riflessione si riferisce al coacervo di materiali che ho dovuto analizzare, studiare ed interpretare (come dovrebbe fare chiunque faccia seriamente il mestiere di consulente ambientale), riconoscendone il “valore”, la gerarchia, la vigenza e la ratio.

Consulente ambientale

Ne caso di specie ho dovuto analizzare ed interpretare: una Direttiva europea (sia nel suo testo dispositivo che nei Considerando), un D.Lvo e la relativa legge delega, Linee guida europee e linee guida Conai, e tuttociò “solo” per capire se e quando un piatto che contiene alimenti sia un “SUP” o no. Chiaro? A proposito: volete sapere la risposta?

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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