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La vera circular economy è questa: tutto il resto è noia

Spesso mi viene chiesto quali sarebbero secondo me i principali strumenti per realizzare concretamente la circular economy nel nostro Paese. Ecco qui la mia hit parade:

  1. Sottoprodotti: il DM 264/2016 non è mai stato sufficiente a stimolarne la pratica nel nostro Paese anche per le contraddizioni che contiene in relazione all’art. 184 bis TUA. Ci vorrebbero vere e proprie (e serie) Linee guida SNPA/MITE e lungimiranza nei controlli (con più formazione e risorse per gli organi di vigilanza e controllo) per arrivare al livello di riduzione di spreco di risorse alla pari con gli altri paesi UE;
  2. End of Waste: rivedere l’art. 184 ter con la roulette russa dei controlli sui controlli. Basta con queste sciocchezze e con la impossibile necessità di avere un DM per ogni ipotesi di recupero!;
  3. Impianti: non ci può essere recupero rifiuti (ovvero effettivo “riciclaggio”) senza impianti di recupero: non mi sembra difficile capirlo!;
  4. Preparazione per il riutilizzo: dopo undici anni di prese in giro vogliamo mettere in pratica la seconda priorità della corretta gestione dei rifiuti?;
  5. EPR e Programma di prevenzione rifiuti: vogliamo fare sul serio a mettere a terra e velocemente con un paio di DM come si deve gli artt. 178 bis e 180 TUA?

Tutto il resto è noia. E panzane.

Ps: il Ministro MITE ha dichiarato che “il nucleare ha sfumature di verde elevate”. 50 sfumature di verde in quante sfumature di grigio? Ragioniamoci su.

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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