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Elettrosmog e radio-inattività

Pochi giorni fa ho tenuto, dopo tanto tempo, una lezione sulla disciplina dell’elettrosmog al Master Diritto e Gestione ambientale (prossima edizione dall’ 11 novembre 2023) e vorrei condividere con voi alcune amare riflessioni con riferimento alla Legge Quadro n. 36/01, all’epoca considerata la più evoluta legge al mondo sull’inquinamento elettromagnetico, quasi integralmente basata sul principio (attualmente evocato ed utilizzato spesso a vanvera) di precauzione.

Pochi mesi dopo curai con Edo Ronchi e Fausto Giovanelli il primo libro di commento alla legge e non mi sembra vero che siano passati già 22 anni da quel momento, in cui sembrava che si potesse creare una barriera allo strapotere delle lobbies delle comunicazioni, specialmente grazie all’art. 8, c. 6, per cui i comuni avrebbero potuto impedire l’installazione di antenne nel proprio territorio. Già, “avrebbero potuto”, perchè poi la “legge Gasparri” (DLvo 259/03) bloccò per sempre questa possibilità.

Avete poi presente tutte le pubblicità dei telefonini, tutte con i protagonisti incollati all’orecchio con l’ultimo modello di cellulare, motivando chiunque a stare appiccicati ore ed ore a questi senza alcuna prevenzione/precauzione?

Bene. Date un’occhiata all’art 12 della L. 36, che da 22 anni “obbligherebbe” il Ministro dell’ambiente ad emanare un DM (mai emanato!) che “obbligherebbe” i fabbricanti di questi dispositivi a fornire informazioni sul corretto utilizzo e sulle principali dimostrazioni di sicurezza. Non lo sapevate?

Ebbene sì, 22 anni di colpevole inerzia ed ignavia, di fronte ad una delle principali emergenze mondiali secondo l’OMS.

Ma chi ne parla più?

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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