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Rifiuto assimilato: quale definizione e quale gestione?

Categoria: Rifiuti
Autorità: Tar Puglia
Data: 01/03/2018
n. 351

Il rifiuto generato dalle utenze domestiche deve essere classificato rifiuto urbano e rientra, in quanto tale e indipendentemente dalla composizione merceologica e dalla quantità prodotta, nella privativa dell'ente, sicché è soggetto a tassazione. L’art. 198 del D.L.vo 152/2006 stabilisce che gli enti possono decidere di assimilare ai rifiuti urbani anche rifiuti speciali non pericolosi, prodotti cioè da utenze non domestiche: il rifiuto assimilato è, cioè, quel rifiuto che, seppur prodotto da un'attività economica e non compreso nell'elenco dell’art. 184, comma 2, del D.L.vo 152/2006, è stato assimilato al rifiuto urbano con apposita deliberazione comunale.

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Fatto e Diritto   La Confesercenti – Confederazione Italiana esercenti attività commerciali turistiche e dei servizi- avente come obiettivo statutario la tutela e la promozione delle piccole e medie imprese commerciali, ha impugnato l’epigrafata delibera comunale con la quale è stato approvato il regolamento recante norme per effettuare l’assimilazione ai rifiuti urbani dei rifiuti speciali, rappresentando l’eccesso di potere in cui sarebbe incorsa l’Amministrazione Comunale, nonché contestando l’assimilazione effettuata dal Comune di una serie di rifiuti sia sotto l’aspetto quantitativo e sotto l’aspetto qualitativo.   Si sono costituiti in giudizio sia il Comune di Taranto, sia l’A., contestando l’ex adverso…
La sentenza completa è disponibile su Membership TuttoAmbiente

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