18/09/2019
di Stefano Maglia
La si pianti con sti impianti?
Care/i web-lettrici/lettori,
La si pianti con sti impianti?
Come ben sapete la disciplina ambientale è puntellata di “nemici” che mutano di moda in moda, di keyword in keyword. Oddio, questa cosa dei fasulli nemici per attirare il consenso dai beoti non è certo una prerogativa della sola disciplina ambientale, ma limitiamoci pure a quella.
Senza entrare nel merito di quanto effettivamente possano incidere nella gestione ambientale determinati fattori (nemici), è indubbio che ci sono “parole” chiave che fan si che ci si concentri quasi esclusivamente su di esse senza guardare oltre il proprio naso. Tutto più semplice.
Trivelle, TAV, inceneritori, “tossico nocivi”, discarica, plastica, diesel. Ed ora è il turno di un’altra parola magica, un nuovo nemico che popola i nostri peggiori incubi: gli impianti. A prescindere. Gli impianti sono brutti e cattivi. Quelli poi che gestiscono rifiuti sono ancora più brutti e cattivi. Anche quelli che recuperano i medesimi per trasformarli in prodotti. Blah!
Ho sentito con le mie orecchie un parlamentare che si professava superambientalista in quanto contrario agli “impianti” end of waste, perché “è ora di dire basta agli inceneritori!” E che c’azzecca???
Per capire davvero qual è il punto sull’End of waste e sui disastri che stanno accadendo perché gli “impianti” (hoibò!) di recupero non vengono autorizzati (si veda in proposito anche una recente sentenza della Cassazione ed un intervento del Ministro Costa) vi consiglio di leggere questo Comunicato di Assocarta e di dedicare pochi minuti alla lettura di questo articolo di Edo Ronchi.
L’unica possibilità vera e seria è il “caso per caso”! Punto. Tutto il resto…è noia!
Volete fare il punto anche con me? Vi aspetto ai corsi di formazione su RIFIUTI; NOVITA’ E CRITICITA’ a Cagliari il 2 ottobre e a Milano il 10 ottobre.
Alla prossima settimana!
Stefano Maglia
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