Grandi speranze per la 23esima Conferenza delle Parti della Convenzione sul Cambiamento Climatico dell’ONU: oltre 190 Paesi, presieduti dalle Isole Fiji e riunitisi a Bonn, in Germania, dal 7 al 17 novembre, lavoreranno alla preparazione di linee guida comuni che rendano operativo, a partire dal 2020, l’accordo di Parigi, frutto della 21esima Conferenza svoltasi nel 2015, ed alla messa a punto di un dialogo che consenta di valutare i progressi finora compiuti, al fine di avviare un processo di revisione degli impegni di riduzione assunti al 2030. Impegni che attualmente risultano, secondo il programma ambientale dell’ONU, consentire solo un terzo della riduzione necessaria delle emissioni al 2030. Citando il responsabile dell’Ufficio europeo di Legambiente, Mauro Albrizio, c’è bisogno di dare gambe alla visione di Parigi, all’obiettivo, cioè, di mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi. In ogni caso, l’uscita degli USA non ha fatto vacillare gli equilibri: con il sempre più forte sostegno di Cina e India, ed il costante impegno dell’Europa, questa prima COP del Pacifico potrebbe dare la spinta necessaria alla corsa alla rivoluzione climatica di cui abbiamo bisogno. (LM)


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