Con la sentenza n. 1229 del 28 febbraio 2018 il Consiglio di Stato ha fermamente negato che esista una potestà concorrente rispetto a quella statale nella determinazione di criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste) caso per caso (v. il commento di Paolo Pipere, “End of Waste: sempre più difficoltà per il riciclo rifiuti!”).

La posizione del Consiglio fa riferimento al dato letterale dell’art. 6 della direttiva 2008/98, la cd. “direttiva quadro in materia di rifiuti“, che prevede che in assenza di criteri a livello comunitario gli Stati membri possono decidere, caso per caso, se un determinato rifiuto abbia cessato di essere tale, tenendo conto della giurisprudenza applicabile.
Da qui, l’affermazione secondo cui il destinatario del potere di determinare la cessazione della qualifica di rifiuto è, per la direttiva, solo lo Stato, che assume anche obbligo di interlocuzione con la Commissione, senza alcun potere di valutazione “caso per caso” ad enti e/o organizzazioni interne allo Stato.
Su questa linea, il Consiglio ha espressamente esclusoun potere di declassificazione ex novo in sede di rilascio di nuove autorizzazioni“.

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La posizione del Consiglio di Stato continua a far discutere: questa volta è il Presidente di Unicircular, Andrea Fluttero, a sollevare precise obiezioni.
Citando puntualmente la sentenza, il Presidente dell’Unione delle imprese dell’economia circolare fa presente che dopo tale sentenza, che ha stabilito che non spetta alle Regioni individuare i criteri che consentono ai materiali prodotti dal riciclo di non essere più considerati rifiuti ma ‘materia prima secondaria’, il rischio è quello della paralisi delle attività di raccolta e riciclo dei rifiuti.
Da qui, la richiesta urgente di un confronto con il Ministero dell’Ambiente e l’appello affinché vengano “scongiurate nuove situazioni emergenziali in tutta Italia connesse alla gestione dei rifiuti“.

Prosegue Fluttero precisando che “l’impossibilità per gli impianti di riciclo di trasformare i flussi di rifiuti non ancora regolamentati in ‘end of waste’ limiterà drasticamente gli sbocchi di mercato, provocando il blocco dei ritiri di migliaia di tonnellate di rifiuti da parte degli stessi impianti“.

Per non parlare, poi, delle conseguenze per “l’igiene pubblica, la salvaguardia dell’ambiente e per la stessa sopravvivenza di molte imprese del settore. Bloccare le attività legali poi non fa che creare più spazio ai traffici illeciti dei rifiuti”.

La questione non sembra, a ben vedere, di facile soluzione.

Di questo ci occuperemo durante il Corso di formazione “Sottoprodotti e End of Waste”, in programma a Milano il 18 aprile 2018.

Info e approfondimenti: formazione@tuttoambiente.it – 0523.315305


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