L’Italia torna davanti alla Corte di Giustizia UE. Questa volta, si tratta della mancata bonifica o chiusura di discariche non conformi alle norme di sicurezza UE in materia. A maggio 2017, infatti, la Commissione UE ha promosso un’azione contro l’Italia, visto che dagli elementi forniti in fase pre-contenziosa della procedura di infrazione emergeva che l’Italia veniva meno agli obblighi derivanti dalla direttiva. Emergeva, cioè, la mancata bonifica o chiusura di 44 discariche non conformi ai principi comunitari, quelli di cui alle direttive rifiuti (2008/98/CE) e discariche (1999/31/CE). Questo perché l’Italia, così come altri Stati membri, era tenuta a bonificare entro il 16 luglio 2009 le discariche che avevano ottenuto un’autorizzazione o che erano già in funzione prima del 16 luglio 2001 (“discariche esistenti”), adeguandole alle norme di sicurezza stabilite nella tale direttiva, oppure a chiuderle.

La Corte UE ha aperto il dossier, dando inizio al procedimento a carico dell’Italia, ma per ora nessuna sanzione viene o può essere richiesta. La Commissione UE, comunque, se ritiene che uno Stato membro non abbia adottato tutte le misure necessarie ad eseguire una sentenza della Corte, può decidere di fissare un termine per l’esecuzione, allo scadere del quale adire nuovamente la Corte.


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