A novembre del 2017 è stato pubblicato il documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”, redatto congiuntamente dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) con l’obiettivo di fornire un inquadramento generale dell’economia circolare e di definire il posizionamento strategico sul tema. Questa transizione richiede un cambiamento strutturale: “il sistema economico si trova all’interno di un più ampio sistema ecologico e, pur usufruendo delle sue risorse naturali e dei suoi servizi ecosistemici, deve rispettarne regole di funzionamento e limiti fisici, biologici e climatici. A differenza del sistema definito lineare, che parte dalla materia e arriva al rifiuto, l’economia circolare è un’economia in cui i prodotti di oggi sono le risorse di domani, in cui il valore dei materiali viene il più possibile mantenuto o recuperato, in cui c’è una minimizzazione degli scarti e degli impatti sull’ambiente“, si legge nel nuovo documento intitolato “Economia circolare ed uso efficiente delle risorse – indicatori per la misurazione dell’economia circolare“, pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e redatto alla luce di una consultazione pubblica, iniziata il 30 luglio 2018 e terminata il 1 ottobre 2018, che ha coinvolto imprese, organizzazioni, istituzioni e altri soggetti pubblici o privati (qui il Resoconto della consultazione pubblica).

In ottica di economia circolare, si legge nel documento, “non solo il valore aggiunto dei materiali e dell’energia devono essere mantenuti il più a lungo possibile su più cicli produttivi e di utilizzo, ma tale valore aggiunto, ed i vantaggi economici che ne derivano, devono rimanere all’interno dei sistemi direttamente coinvolti“. La misurazione della circolarità, essenziale per perseguire azioni concrete, passa attraverso la misurazione degli aspetti fisici ed economici dei sistemi presi in esame (un sistema economico/prodotto/servizio circolare rispetto ad un sistema economico/prodotto/servizio lineare): “tutte le attività economiche devono essere misurate per permettere di valutarne con certezza le prestazioni attraverso bilanci standardizzati e verificabili … L’“economia” determina il funzionamento del mercato e quindi è essenziale che l’“economia circolare” prenda a riferimento le stesse regole“. Fondamentale risulta essere, dunque, il riscontro che dimostri i risultati ottenuti dalle azioni stesse in termini di sostenibilità economica ed ambientale nella gestione delle risorse.

Lo schema di monitoraggio presentato nel documento, predisposto dalla Direzione RIN, in collaborazione con le altre DG del Ministero (SVI e CLE) e il Mise, e con il supporto il Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali (SSPT) dell’ENEA, è un punto di partenza verso la definizione di un modello Italiano di misurazione della “circolarità”, al quale imprese, organizzazioni, istituzioni e altri soggetti pubblici o privati, sono invitati a contribuire per favorire il raggiungimento di un risultato di significativa operatività e applicabilità in Italia.


Condividi: