Dal Ministro dell’Ambiente Galletti una relazione presentata nel corso dell’Audizione in Commissione VIII, tenutasi in data 3 febbraio 2016, relativa alla proposta di legge A.C. 2212 Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, in corso di esame in Commissione.
Dopo aver passato in rassegna i punti essenziali del disegno di legge, il Ministro svolge alcune considerazioni in merito alla necessità di tutelare la risorsa idrica “al meglio delle possibilità di cui oggi disponiamo” fissando obiettivi e strumenti utili al loro perseguimento. Il primo passo è incentivare i comportamenti virtuosi e, per tale motivo, viene richiamato dapprima il fondamentale principio europeo del “chi inquina paga” (o del “chi usa paga”), ossia del principio per cui chi con il suo comportamento determini effetti pregiudizievoli per l’ambiente è chiamato a sopportarne i costi. In tal senso “il regime giuridico del servizio idrico deve garantire l’integrale copertura dei costi e a tale copertura deve seriamente concorrere un equo, ma congruo, esborso economico a carico del singolo utilizzatore, tenuto conto delle differenti finalizzazioni” escludendo un regime di gratuità per l’uso dell’acqua.
I suddetti principi tra loro connessi, ossia quello del “chi inquina paga” e l’internazionalizzazione dei costi ambientali, devono tenere conto di un aspetto fondamentale nella loro attuazione, con il quale devono bilanciarsi: l’accesso all’acqua è un diritto fondamentale.
Per tale motivo è necessario dare rilievo a strumenti “endotariffari” in armonia con quanto disposto dall’art. 60 del “Collegato Ambientale”: “L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, al fine di garantire l’accesso universale all’acqua, assicura agli utenti domestici del servizio idrico integrato in condizioni economico-sociali disagiate l’accesso, a condizioni agevolate, alla fornitura della quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali”.
Per quanto riguarda, poi, la gestione dell’acqua, se essa debba essere pubblica o privata, il Ministro ritiene che i fondamentali principi richiamati possano essere rispettati in entrambi i casi. Il fine deve essere in ogni caso garantire una migliore affidabilità, in termini di efficacia e di efficienza.
Prima di passare in rassegna gli interventi realizzati dal Ministero dell’Ambiente (riordino dell’assetto locale, nuova governance e commissariamenti per la progettazione e realizzazione di interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione), la relazione, in chiusura, riporta il principio per cui il servizio idrico deve essere necessariamente un servizio a rilevanza economica, in quanto la sua organizzazione deve garantire il recupero dei costi. Pertanto in riferimento alla proposta di legge in discussione, di particolare rilievo vengono considerati aspetti quali il “riconoscimento del diritto all’acqua come diritto universale da garantire ad ogni cittadino, stabilendo una quantità minima a carico della fiscalità generale”, “strumenti di finanziamento finalizzati a garantire l’accesso all’acqua nelle aree più povere del pianeta attraverso progetti di cooperazione e di solidarietà” nonché l’idea di introdurre “piani di gestione e di tutela delle acque, a livello di distretti idrografici finalizzati a un governo delle relazioni tra acqua, agricoltura, alimentazione, salute ed energia”. (SB)

 


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