Ambiente: nuovi orientamenti aiutano i cittadini a ottenere un accesso migliore e più equo alla giustizia nazionale

L’accesso alla giustizia garantisce che le persone fisiche e le associazioni ambientaliste possano, a determinate condizioni, chiedere a un giudice nazionale indipendente di verificare se un’autorità pubblica abbia agito legittimamente nel prendere una decisione o compiere un atto o un’omissione che incide sui loro diritti. Le garanzie di principio consistono nel diritto di essere ascoltati, nello scrutinio sufficiente da parte del giudice nazionale, in misure per rimediare al problema e in misure per evitare costi eccessivamente onerosi. Le autorità pubbliche che non rispettano i diritti e gli obblighi previsti dalla normativa ambientale possono essere chiamate a risponderne dal pubblico. La Commissione europea ha adottato un documento di orientamento sull’accesso alla giustizia in materia ambientale che chiarisce le modalità per le persone fisiche e le associazioni per contestare dinanzi ai giudici nazionali decisioni, atti od omissioni di autorità pubbliche connesse al diritto ambientale dell’Unione. Il documento di orientamento è basato sulle disposizioni sull’accesso alla giustizia figuranti nel diritto ambientale derivato dell’UE e sulle disposizioni della convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale (convenzione di Aarhus), come interpretate dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Il documento di orientamento tratta dell’accesso alla giustizia in relazione a decisioni, atti od omissioni di autorità pubbliche degli Stati membri. Non riguarda le controversie in materia ambientale tra privati né il controllo giurisdizionale degli atti delle istituzioni dell’Unione. Con la pubblicazione di questo documento la Commissione Juncker ha fatto un importante passo avanti, fornendo ai cittadini gli orientamenti necessari per accedere meglio alla giustizia a livello nazionale. Questi orientamenti intendono aiutare le persone fisiche e le organizzazioni non governative a decidere se adire il giudice nazionale. Inoltre possono servire ai giudici nazionali per individuare tutte le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea di cui dovrebbero tener conto nel pronunciarsi su questioni relative all’accesso alla giustizia in materia ambientale. Infine permettono alle amministrazioni nazionali di prendere atto di eventuali carenze dei loro sistemi giudiziari e alle imprese di capire meglio quali sono i diritti e gli obblighi UE in gioco nelle decisioni, atti e omissioni che le riguardano.

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha pronunciato una serie di sentenze che chiariscono le prescrizioni dell’UE sull’accesso alla giustizia in materia ambientale, ad esempio:

* in che modo i giudici nazionali devono esaminare le argomentazioni secondo cui i piani locali per la qualità dell’aria non prevedono misure sufficientemente efficaci per soddisfare gli standard di qualità stabiliti dalla legislazione dell’UE;

* il ruolo del pubblico, in particolare delle organizzazioni non governative ambientaliste, nel contribuire a far rispettare negli Stati membri gli obblighi derivanti dalla legislazione dell’UE sulla natura;

* i criteri di valutazione che i giudici nazionali devono applicare per evitare che costi di contenzioso eccessivamente onerosi impediscano ai cittadini e alle associazioni di esercitare il loro ruolo nella difesa del diritto ambientale dell’Unione a livello nazionale.

Il documento di orientamento presentato oggi riunisce tutte queste sentenze in un unico testo, rendendone così più comprensibile contenuto e implicazioni.

L’adozione del documento di orientamento sarà seguita da discussioni con gli Stati membri che non adempiono ancora pienamente i loro obblighi, come interpretati dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Tali discussioni proseguiranno inoltre nel contesto del processo istituito mediante il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali.

 

LIFE – Progetti preparatori per il Corpo Europeo di Solidarietà (secondo bando)

A seguito della risposta ricevuta alla call dello scorso 7 dicembre, la Commissione ha deciso di pubblicare una seconda call per progetti preparatori LIFE relativi al Corpo Europeo di Solidarietà da coinvolgere in attività di protezione ambientale con scadenza il 25 agosto 2017 . Il Corpo Europeo di Solidarietà è stato istituito per dare ai giovani l’opportunità di prendere parte a una serie di attività solidali riguardanti situazioni difficili che si verificano in tutto il territorio dell’Unione, nella convinzione che ciò non solo aiuterà i giovani coinvolti, ma contribuirà anche agli sforzi delle autorità nazionali e locali, delle ONG e delle imprese per affrontare varie sfide e crisi. La sua attuazione si avvale di diversi programmi UE, e in particolare: Erasmus+, EaSi, LIFE ed il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale, che forniscono anche il finanziamento. Questo secondo bando nel quadro di LIFE è molto simile al precedente, dal quale si differenzia per alcuni particolari ma non per la struttura generale. Il suo obiettivo resta quello di sviluppare le potenzialità dell’uso del lavoro volontario per attività di protezione ambientale (con priorità per i siti Natura2000 e per le specie protette dalle Direttive Habitat e Uccelli). Per fare ciò la Commissione selezionerà alcune organizzazioni che si occupino di organizzare il collocamento di volontari. Sono ammissibili a presentare una proposta di progetto gli enti pubblici, le organizzazioni private commerciali e le organizzazioni private non commerciali (incluse le ONG), con sede negli Stati UE (le organizzazioni devono rispettare gli standard qualitativi richiesti per sottoscrivere la Carta del Corpo Europeo di Solidarietà). Una volta selezionate le organizzazioni dovranno:

– registrarsi sul portale European Solidarity Corps

– valutare i bisogni e le opportunità per le mansioni dei volontari e definire le caratteristiche di base di ciascun collocamento assieme alle organizzazioni coinvolte nella protezione ambientale, nella conservazione della natura e nel ripristino delle aree naturali e degli ecosistemi;

– selezionare i volontari da impiegare tra quelli registrati sul database del portale che hanno espresso interesse per il tipo di attività proposte;

– confrontarsi con i volontari in merito alla loro assegnazione (obiettivi, attività, modalità, ecc.) e concludere il contratto specificando tutti gli aspetti del collocamento (durata, programma, sostegno individuale, costi di viaggio, soluzioni di alloggio, organizzazione dei pagamenti, ecc.);

– fornire a ciascun volontario un “pacchetto minimo” che includa almeno il sostegno finanziario individuale (il servizio deve essere svolto senza costi a carico del volontario), i costi di viaggio e alloggio (se necessario), l’assicurazione, i servizi di mentoring, i compiti e le attività da svolgere (nel rispetto dei principi qualitativi sanciti nella Carta dei Corpi europei di Solidarietà), un supporto personale e amministrativo per tutta la durata dell’esperienza;

– fornire a ciascun volontario altri servizi idonei ad assicurare un ottimale svolgimento del servizio;

– monitorare le condizioni di lavoro e fornire una certificazione per le attività svolte

– a un anno dall’inizio del progetto, fornire alla Commissione i dati sul numero di volontari impiegati e sulla durata del loro sevizio, sulle attività intraprese, sui risultati ottenuti attraverso il lavoro dei volontari in termini di conservazione delle aree naturali e protezione ambientale, sulla soddisfazione dei volontari e delle organizzazioni coinvolte, ecc.

Ogni organizzazione dovrà gestire il collocamento di almeno 100 volontari nei paesi di loro residenza (volontariato In-country) che saranno coinvolti in attività centrate sulla protezione ambientale, sulla conservazione della natura o sul ripristino delle aree naturali e degli ecosistemi, in particolare i siti Natura2000 e le specie protette dalle direttive Habitat e Uccelli selvatici, a tutti i livelli (NB: le organizzazioni che intendono coinvolgere un numero maggiore di volontari avranno maggiori probabilità di essere selezionati). I giovani partecipanti devono avere un’età compresa fra i 18 e i 30 anni e possono essere coinvolti in progetti di durata 2-12 mesi (anche non continuativi, per esempio nei soli week end o nelle vacanze estive). Il partenariato non è indispensabile: i progetti possono essere presentati anche da un solo ente (definito: coordinating beneficiary); la presenza di un eventuale partner associato è condizionata al fatto che il partenariato rappresenti effettivamente un valore aggiunto del progetto. Il budget del bando è identico al precedente: ammonta a 3.300.000 euro (2 milioni da LIFE e 1,3 milioni dal FEASR). Il contributo europeo può coprire fino al 60% dei costi totali ammissibili del progetto (ma il rimborso del sostegno individuale ai volontari e dei costi di viaggio sarà coperto fino al 75%). I progetti si devono svolgere sul territorio UE e non possono avere inizio prima del il 1° dicembre 2017; la loro durata massima è di 36 mesi. Le attività dei volontari possono andare da 2 mesi (42 giorni lavorativi) a 12 mesi. I giovani che desiderano candidarsi come volontari per il Corpo europeo di solidarietà possono iscriversi attraverso il portale dedicato. Per iscriversi è necessario avere almeno 17 anni ma per partire bisogna essere almeno maggiorenni.

 

2° Forum della Strategia europea per la Regione Adriatico-Ionica (EUSAIR)

L’11 e il 12 maggio 2017 si terrà a Ioannina, in Grecia, il 2° Forum della Strategia europea per la Regione Adriatico-Ionica (EUSAIR), un evento organizzato congiuntamente dalla Commissione europea e dal governo greco con il supporto dell’EUSAIR Facility Point

La Strategia EUSAIR punta a promuovere una crescita sostenibile in termini economici e sociali nella regione di riferimento, supportando allo stesso tempo il processo di integrazione dei Paesi balcanici dell’area. Coinvolge 8 Paesi europei: 4 Stati membri UE (Italia, Slovenia, Croazia e Grecia) e 4 Paesi candidati (Bosnia-Erzegovina, Albania, Montenegro e Serbia) e si basa su 4 pilastri di intervento: Crescita blu; Connettere la Regione; Qualità dell’ambiente; Turismo sostenibile. Per quanto riguarda l’Italia, le regioni interessate sono: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia.

Tema chiave del Forum di quest’anno sarà la Crescita Blu, compresa la sua interrelazione con gli altri pilastri di EUSAIR. L’evento offrirà l’opportunità di fare networking, scambiare idee, presentare proprie proposte progettuali e entrare in contatto con una vasta gamma di stakeholder del territorio di riferimento, tra cui le amministrazioni nazionali, regionali e locali, il settore delle imprese, il mondo accademico e la società civile in generale.

(A cura di M.A. Cerizza)


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