Come riportato dal Sole 24 ore nell’articolo dello scorso 8 marzo:” la proposta della nuova Direttiva Europea “Corporate Sustainability Reporting Directive” in materia di rendicontazione non finanziaria, presentata dalla Commissione UE nell’aprile 2021 ed attualmente al vaglio del Parlamento e del Consiglio UE, potrebbe portare importanti novità per il Report di Sostenibilità che già oggi alcune aziende sono tenute a compilare sulla base di quanto previsto dalla Direttiva UE 95/2014.”

La rendicontazione dei noti fattori ESG (Environmental, Social e Governance), con le nuove regole proposte dalla Direttiva, diventerà dunque un obbligo per la rendicontazione dell’ anno 2023 anche per le grandi aziende non quotate e vi sarà anche uno schema su base volontaria per le piccole e medie imprese.

E’ dunque destinata ad allargarsi la fetta di aziende che nei prossimi anni saranno soggette alla rendicontazione non finanziaria delle loro attività di business e dunque alla stesura annuale del loro Report di Sostenibilità.

Gli aspetti del cambiamento climatico, dell’impatto sociale ed ambientale di alcuni settori produttivi e la governance degli stessi a livello aziendale rappresentano non soltanto un mero “obbligo normativo” ma una straordinaria opportunità e un oggettivo valore aggiunto per tutte le aziende che desiderano al tempo stesso garantire a tutti gli stakeholders da un lato un incremento del proprio business e dall’altro un minor impatto ambientale e climatico.

Pertanto è sempre più necessario che le aziende (di qualsiasi dimensione) si preparino fin da ora, attraverso una adeguata, completa ed autorevole formazione in questi ambiti, a tutte le numerose novità della normativa europea e nazionale dedicate alla reportistica non finanziaria.

 

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