Il CdM dell’11 dicembre ha approvato, in via definitiva, su proposta del Ministro dell’Ambiente, il provvedimento che adegua la normativa nazionale al dettato del regolamento UE 1143/2014 (in vigore dal 1° gennaio 2015), in materia di prevenzione e gestione dell’introduzione e della diffusione delle specie esotiche invasive, una delle principali minacce per la biodiversità. L’introduzione di animali e piante originarie di altre regioni geografiche in un ambiente naturale diverso, nel quale normalmente non risiedono, provoca, infatti, un’alterazione degli ecosistemi e, quindi, una minaccia per l’ambiente. Si tratta di una reazione a catena: come spiega il Ministro, “una specie invasiva può pregiudicare la natura italiana, unica in Europa per varietà di specie animali e vegetali, recando danni anche alla nostra economia, se è vero che uno dei nostri asset più preziosi di sviluppo è proprio il Capitale Naturale”.

Ma cosa dice il provvedimento? Tre i pilastri: la prevenzione, la diagnosi precoce e l’eradicazione rapida, la gestione delle specie esotiche invasive. Quanto al primo, sono previsti una serie di divieti: introduzione, trasporto o transito nel territorio nazionale; detenzione; allevamento o coltivazione, vendita o immissione sul mercato, utilizzazione, cessione o scambio, rilascio nell’ambiente. Chi, invece, già detiene esemplari di specie esotiche invasive inclusi nell’elenco comunitario e nazionale ha l’obbligo di farne denuncia. Per le violazioni più gravi sono previste sanzioni penali, mentre per quelle minori sono individuate sanzioni amministrative. La gestione di tali specie è, inoltre, subordinata ad autorizzazioni e permessi (questi ultimi per gli istituti di ricerca o conservazione), che sono a loro volta sottoposte ad un articolato sistema di sorveglianza ed ispezione per la verifica del mantenimento dei requisiti da parte dei titolari dei provvedimenti. Il sistema di gestione prevede, poi, una serie di controlli presso le Dogane, e definisce i punti di entrata in caso di vegetali e i posti di ispezione frontaliera per gli animali.

Trattandosi di una normativa di attuazione del dettato comunitario, l’Autorità nazionale competente per i rapporti con la Commissione europea è individuata nel Ministero dell’ambiente, responsabile anche per il coordinamento delle attività necessarie per l’attuazione e per il rilascio delle autorizzazioni, con il supporto tecnico-scientifico dell’ISPRA. (LM)


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