Quanto si rischia usando male il cellulare? Ce lo dovranno dire i Ministeri dell’Ambiente, della Sanità e dell’Istruzione.

Così ha deciso il Tribunale Amministrativo della Regione Lazio, con la sentenza n. 500 del 15 gennaio 2019, dichiarando, senza giri di parole, “l’obbligo del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Salute e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ciascuno per il proprio ambito di competenza, di provvedere (nei termini e con le modalità indicate in motivazione) ad adottare una campagna informativa, rivolta alla intera popolazione, avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile (telefoni cellulari e cordless) e l’informazione dei rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio di tali apparecchi“.

La decisione arriva a fronte del ricorso , proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog sul silenzio-inadempimento delle Istituzioni. Nel giugno 2017 l’Associazione aveva, infatti, diffidato le Autorità a “promuovere l’adozione di tutti i provvedimenti finalizzati all’informazione capillare della popolazione, compresa la fascia dei soggetti più a rischio (bambini, adolescenti) sui rischi a breve e lungo termine per la salute dovuti all’uso dei telefoni mobili (cellulari e cordless) e sulle indispensabili misure cautelative da adottare durante il loro utilizzo“. Con la diffida, l’Associazione intimava i Ministeri ad adottare il decreto previsto dalla Legge 36/2001, “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, all’art. 12, che definisse “le informazioni che i fabbricanti di apparecchi e dispositivi, in particolare di uso domestico, individuale o lavorativo, generanti campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sono tenuti a fornire agli utenti, ai lavoratori e alle lavoratrici, mediante apposite etichettature o schede informative […]”, obbligo ad oggi non assolto, e ad eseguire una campagna informativa sulle modalità d’uso e dei rischi per la salute e per l’ambiente connessi all’uso di telefoni cellulari e cordless.

Mentre ha ritenuto inammissibile (difetto di giurisdizione) la richiesta di annullare l’inadempimento relativo all’adozione del decreto previsto dall’art. 12, il Tar ha accolto la richiesta dell’Associazione obbligando i Ministeri all’attuazione di una campagna di informazione e di educazione ambientale nel termine di sei mesi dalla notifica (o, se anteriore, dalla comunicazione in via amministrativa) della sentenza, avvalendosi dei mezzi di comunicazione più idonei ad assicurare la diffusione capillare delle informazioni.


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