Premio europeo per la sostenibilità

La Commissione europea ha lanciato la prima edizione del premio europeo per la sostenibilità con il quale intende offrire un riconoscimento agli sforzi e alla creatività dei cittadini, delle imprese e delle organizzazioni europee promuovendo in questo modo storie ispiratrici di iniziative che provano a trasformare gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile (OSS) in soluzioni e opportunità concrete, al fine di sensibilizzare maggiormente la popolazione sugli OSS, sulle loro ricadute nella vita quotidiana delle persone e promuovere l’ulteriore sviluppo di iniziative incentrate sullo sviluppo sostenibile. Data la natura trasversale degli obiettivi di sviluppo sostenibile, ogni anno questo premio si concentrerà su un argomento specifico, collegato al tema scelto annualmente dal Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite.

Per l’edizione 201 8 il tema scelto è “Responsabilizzare i cittadini e garantire l’inclusione e l’uguaglianza”. I progetti e le iniziative candidabili (la scadenza è il 1 4 settembre prossimo) devono affrontare tutte e tre le dimensioni dello sviluppo sostenibile: ambientale, economica e sociale. Il concorso è aperto a giovani, enti pubblici/privati e società civile. I vincitori saranno annunciati dal primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e dal Vicepresidente Jyrki Katainen nel corso di una cerimonia di alto livello che avrà luogo nella primavera del 201 9. Il premio per i vincitori è solo simbolico ed è costituito da un’alta visibilità in termini di rinnovato interesse del pubblico e da una maggiore copertura mediatica delle loro iniziative. I vincitori si impegneranno a promuovere il premio e i suoi risultati e a partecipare ad alcuni eventi nel corso del 201 9.

 

 

Prestare sostegno riguardo l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi al suolo e alla terra a livello dell’UE

L’obiettivo generale del contratto consiste nell’assistere la Commissione europea mediante l’analisi dei progressi nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi alla terra e al suolo nell’UE, fornendo sostegno per l’organizzazione di una conferenza su tale argomento a livello dell’UE, illustrando esempi di buone pratiche e proponendo raccomandazioni per la loro attuazione. Il contratto comporterà la raccolta e l’analisi documentale delle informazioni sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi al suolo e alla terra, i contatti con le autorità competenti degli Stati membri, l’assistenza in loco per l’organizzazione di una conferenza a livello dell’UE a Bruxelles, la pubblicazione di risultati fondamentali per i responsabili politici e la loro diffusione in almeno 3 eventi. Il lavoro si baserà sulle informazioni già disponibili nel contesto dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile negli Stati membri e a livello dell’UE, e sulle informazioni raccolte autonomamente dal contraente e fornite dai servizi della Commissione. In particolare, il contraente dovrà:

1) raccogliere le informazioni esistenti sullo stato di attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi al suolo e alla terra a livello nazionale ed europeo (letteratura scientifica, piani nazionali relativi di sviluppo sostenibile, rapporti sull’attuazione degli obiettivi, ecc.). Completare e analizzare le informazioni sul coordinamento, la definizione di indicatori, le priorità, l’attuazione e le migliori pratiche a livello nazionale, contattando le autorità nazionali competenti, in particolare il gruppo di esperti del suolo sotto la supervisione della Commissione;

2) sostenere la Commissione nell’organizzazione di una conferenza sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi alla terra e al suolo nell’UE, prevista per la seconda metà del 2019 a Bruxelles. Ciò comprenderà la preparazione della conferenza, l’organizzazione e la gestione della logistica della conferenza, la stesura e la diffusione dei risultati, in stretta collaborazione con i servizi della Commissione europea;

3) la raccolta, la pubblicazione e la diffusione di esempi di buone pratiche e di messaggi chiave destinati ai responsabili delle politiche sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi alla terra e al suolo.

Budget: 150.000 euro. Scadenza: 28 agosto 2018.

 

Le acque europee diventano più pulite, ma rimangono ancora grandi problemi da risolvere

Secondo un recente rapporto sullo stato delle acque a cura dell’Agenzia europea dell’ambiente, nonostante i progressi osservati negli ultimi decenni in termini di miglioramento della qualità ambientale per molti laghi, fiumi, acque costiere e sorgenti sotterranee d’Europa, l’inquinamento, strutture come le dighe e l’eccessiva estrazione restano tra le principali minacce per la salute nel lungo termine dei corpi idrici. La stragrande maggioranza di essi non raggiunge ancora il traguardo minimo UE del «buono stato». Secondo quanto emerge dal rapporto dell’AEA «Acque europee – valutazione della situazione e delle pressioni 2018», gli Stati membri dell’UE hanno compiuto sforzi notevoli per migliorare la qualità delle acque, perfezionando il trattamento delle acque reflue e riducendo il deflusso di inquinanti dai terreni agricoli. Sono state inoltre adottate misure per consentire ai pesci migratori il superamento delle barriere e ripristinare ecosistemi acquatici degradati.

Benché la maggior parte dei corpi idrici sotterranei europei, come le falde acquifere, goda di buona salute, secondo la relazione solo il 40 % dei laghi, dei fiumi, delle acque costiere e degli estuari monitorati ha raggiunto almeno lo stato ecologico «buono» o «elevato» della direttiva quadro dell’UE sulle acque durante il periodo di monitoraggio 2010-2015. L’ultima valutazione dell’AEA, nel 2012, ha riscontrato un livello analogo di corpi idrici con uno stato ecologico «buono» o «elevato» e ha considerato anche lo stato quantitativo e l’eccessiva estrazione delle acque sotterranee europee, nonché lo stato chimico generale dei corpi idrici.

Il rapporto dell’AEA fornisce una valutazione aggiornata dello stato di salute di oltre 130 000 corpi idrici superficiali e sotterranei monitorati dagli Stati membri dell’UE, sulla base dei dati acquisiti e riportati da oltre 160 dei cosiddetti piani di gestione dei bacini idrografici relativi al periodo dal 2010 al 2015.

La valutazione delle acque da parte dell’AEA è la seconda dal 2012 ad oggi. Da allora la conoscenza delle acque europee è aumentata in modo significativo, consentendo di comprendere meglio la situazione, i problemi che impediscono di raggiungere un «buono stato» e le misure attuate per migliorarlo. Il rapporto dell’AEA ne integra un’altra in corso di pubblicazione, a cura della Commissione europea, che valuterà il grado di conformità degli Stati membri alla direttiva quadro sulle acque. La direttiva definisce un quadro sulle modalità di valutazione, gestione, protezione e miglioramento della qualità delle acque in tutta l’UE e richiede agli Stati membri di approntare piani di gestione dei bacini idrografici.

 

Altri risultati chiave

Rispetto alle acque di superficie, le sorgenti sotterranee presentano generalmente uno stato migliore. Il 74 % dell’area delle acque sotterranee ha raggiunto un buono stato chimico, mentre l’89 % ha raggiunto un buono stato quantitativo. Le ragioni per il mancato conseguimento dei traguardi minimi sono dovute per lo più alla contaminazione dei siti acquatici con nitrati provenienti dallo scarico delle acque piovane, all’intrusione salina e alla dispersione di sostanze chimiche pericolose provenienti da siti contaminati (per esempio siti industriali, aree estrattive o depositi di rifiuti).

Il Nord della Scandinavia, il Regno Unito settentrionale (la Scozia) e l’Estonia, nonché la Slovacchia, la Romania e diversi distretti idrografici nella regione mediterranea presentano una quota elevata di corpi idrici superficiali in stato ecologico elevato o buono. Per contro, in molti distretti idrografici dell’Europa centrale, la cui densità di popolazione è più elevata e l’agricoltura maggiormente intensiva, si riscontra la più alta percentuale di corpi idrici che non raggiungono un buono stato ecologico.

Solo il 38 % dei laghi, dei fiumi e degli altri corpi idrici superficiali monitorati è in buono stato chimico, con concentrazioni di inquinanti non superiori agli standard dell’UE in materia di qualità ambientale.

Nella maggioranza degli Stati membri lo stato chimico scarso è dovuto ad alcune sostanze, più frequentemente al mercurio. Un tempo ampiamente utilizzato nei termometri, nelle batterie e nelle vernici, il mercurio è presente tuttora nei campioni di acqua e in questa graduatoria è seguito dal cadmio, utilizzato nei concimi a base di fosforo e nella produzione dei metalli.

La direttiva quadro sulle acque e gli RBMP hanno migliorato significativamente la gestione delle acque in tutta l’Unione. Molti Stati membri hanno investito in programmi di miglioramento del monitoraggio chimico ed ecologico, determinando un aumento delle stazioni di monitoraggio, degli elementi di qualità valutati e delle sostanze chimiche analizzate. Ciò ha comportato una maggiore disponibilità di informazioni e consente una comprensione assai migliore della situazione e delle pressioni. In virtù della direttiva quadro sulle acque, gli Stati membri dell’UE hanno profuso un impegno considerevole per ridurre le fonti di inquinamento agricolo, industriale e domestico, il flusso dei fiumi è più naturale e sono stati rimossi gli ostacoli alla migrazione dei pesci, generando vantaggi per la natura e la protezione contro le inondazioni.

 

Obiettivo della qualità delle acque a livello dell’UE

Il raggiungimento di un buono stato comporta il rispetto di determinati standard in materia di ecologia, chimica e qualità delle acque. Lo stato ecologico è il migliore indicatore generale dello stato di salute di un corpo idrico: tiene conto dell’impatto sulla qualità delle acque prodotto dall’inquinamento, dal degrado degli habitat, dai cambiamenti climatici e da altre pressioni, come ad esempio il numero di dighe costruite dall’uomo.

Le pressioni principali che ostacolano i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’UE comprendono barriere come le dighe, la bonifica dei terreni e la canalizzazione, che modificano il flusso dei fiumi o dei corsi d’acqua, l’inquinamento da fonti diffuse come il deflusso agricolo e l’inquinamento da fonti puntuali come lo scarico delle acque reflue provenienti dalle reti fognarie. I principali effetti sui corpi idrici superficiali sono l’eccesso di nutrienti, l’inquinamento chimico e l’alterazione degli habitat a causa dei cambiamenti morfologici.

Il monitoraggio e le comunicazioni sono gli strumenti principali per classificare lo stato di salute delle acque dell’Unione. Gli Stati membri dell’UE lo definiscono in base a una scala che prevede cinque gradi (elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo) per le acque superficiali e due classi (buono o scarso) per le acque sotterranee. Il monitoraggio serve a tracciare l’efficacia delle misure per bonificare i corpi idrici e raggiungere il traguardo UE del «buono stato».

Per gli Stati membri dell’UE è attualmente in corso il secondo ciclo di monitoraggio e comunicazioni (2015-2021) nell’ambito della direttiva quadro dell’UE sulle acque. Questo ciclo comprende 89 000 fiumi, 18 000 laghi, 13 000 stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee e 3 600 acque costiere e di estuario. Non è stato possibile includere nella relazione le comunicazioni della Grecia, dell’Irlanda, della Lituania e di alcune zone della Spagna.

 

(A cura di M.A.Cerizza)


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