• Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo a norma dell’articolo 18, paragrafo 2, della direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e di riparazione del danno ambientale (COM 2016- 204)
    L’attuazione della direttiva sulla responsabilità ambientale ha migliorato la prevenzione e la riparazione del danno ambientale in misura limitata rispetto alla situazione antecedente il suo recepimento. In particolare, la direttiva ha rafforzato il principio “chi inquina paga” (evitando così costi significativi a carico delle finanze pubbliche), attuando la responsabilità oggettiva per danno ambientale in tutta l’UE e rafforzando gli standard di riparazione per ripristinare le risorse naturali danneggiate, in particolare per danni alla biodiversità. Il grado di variabilità tra gli Stati membri può tuttavia destare una certa preoccupazione, sebbene alcuni problemi siano stati comunicati alla Commissione e la valutazione abbia permesso di individuare le principali carenze.Per quanto riguarda la valutazione, una delle sfide principali è la mancanza di dati su incidenti attinenti alla direttiva sulla responsabilità ambientale e su incidenti comparabili trattati nel quadro della legislazione nazionale. Le altre questioni sono la mancanza di consapevolezza e informazione dei portatori d’interesse circa la direttiva sulla responsabilità ambientale, l’insufficienza delle risorse e dell’esperienza necessarie per attuarla, le incertezze e l’ambiguità circa i concetti e le definizioni chiave come la soglia “significativa”, l’uso limitato della riparazione complementare e compensativa e l’insufficienza di dati sui danni ambientali, sui casi di riparazione e sui costi. Se da un lato alcuni di questi aspetti della direttiva e il suo contesto contribuiscono a spiegare l’ampia diversità del numero di casi segnalati e del loro contenuto, d’altro lato le differenze nell’uso della “soglia di rilevanza” insieme alla presenza di quadri nazionali preesistenti sono considerate la principale causa delle significative divergenze. Altri fattori che contribuiscono alla variabilità degli effetti della direttiva comprendono l’uso diverso che viene fatto dei suoi registri, i differenti livelli di partecipazione pubblica, un’applicazione disomogenea dell’obbligo sussidiario cui sono soggette le autorità competenti di prendere provvedimenti in assenza o a causa dell’inazione degli operatori responsabili, nonché i diversi gradi di consapevolezza dei portatori d’interesse.
    Sul versante positivo, l’attuazione della direttiva continua a migliorare. L’industria e gli altri portatori d’interesse che hanno contribuito alla valutazione sono ampiamente soddisfatti dell’attuale quadro giuridico e, in collaborazione con esperti degli Stati membri, si sono espressi a favore della continuità, prevedibilità e stabilità legislativa in materia di responsabilità ambientale. La direttiva incentiva inoltre l’azione preventiva e gli approcci precauzionali evitando quindi costi elevati di riparazione, spesso superiori al costo delle misure preventive. È tuttavia difficile quantificare i benefici ottenuti mediante la prevenzione, in particolare per via della mancanza di informazioni complete sul complesso delle azioni preventive e di altre misure precauzionali adottate nell’ambito della direttiva.
    Le valutazioni successive dovrebbero analizzare la direttiva e la legislazione nazionale preesistente per determinare in quale misura sono state create condizioni paritarie. Le condizioni paritarie possono essere ulteriormente migliorate chiarendo alcuni termini chiave (in particolare “danno significativo”). A tal fine, la Commissione ha individuato una serie di azioni di sostegno a livello dell’UE che, unitamente a una serie di raccomandazioni destinate agli Stati membri, costituirebbero una risposta proporzionata al fine di rendere la direttiva più “idonea allo scopo” rispetto a quanto constatato dalla presente valutazione. 
  • Servizi di sostegno a favore del Patto dei sindaci per il clima e l’energia
    L’oggetto specifico di un bando di gara d’appalto è il funzionamento dell’ufficio del Patto dei sindaci per il clima e l’energia e di servizi centrali di sostegno al programma di cooperazione urbana internazionale. L’ufficio riferirà alle direzioni generali dell’Energia, per l’Azione per il clima e della Politica regionale e urbana della Commissione europea, nonché al servizio degli strumenti di politica estera (FPI) e collaborerà da vicino con altri servizi della Commissione europea, in particolare il Centro comune di ricerca di Ispra, Italia.
    Nello specifico, l’appalto comprenderà la fornitura dei servizi descritti nel capitolato d’oneri. Il budget disponibile è pari a 7 950 000 euro. La scadenza è prevista per l’ 11 luglio 2016.
    Il bando è stato lanciato nell’ambito del Programma Horizon 2020, Life e dello Strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi (programma d’azione annuale FPI per la cooperazione con i paesi terzi).
    La documentazione è disponibile nel sito: http://ec.europa.eu/energy/en

    (A cura di M.A. Cerizza)

 

 


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