Le caratteristiche del 2022 sono state il caldo, con i nuovi record della temperatura media annuale e della media annuale delle temperature massime e minime giornaliere, e la siccità persistente, che ha investito soprattutto le regioni centro-settentrionali, causando una notevole diminuzione della disponibilità della risorsa idrica e gravi problemi nella sua gestione e uso in diverse regioni.

Non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali. Particolarmente rilevante è stato l’evento che il 15 settembre ha investito le Marche, fra le province di Ancona e di Pesaro e Urbino: un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario che ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm e cumulate a 3, 6, 12 e 24 ore di gran lunga superiori ai massimi mai registrati.

Le forti precipitazioni, unite alle caratteristiche dei corsi d’acqua interessati, hanno provocato inondazioni con conseguenti situazioni di criticità su tutta l’area colpita e effetti disastrosi in termini di perdita di vite umane e di danni alla struttura produttiva del territorio.

Mentre a scala globale, sulla terraferma, il 2022 è stato il quinto anno più caldo della serie storica, in Italia con un’anomalia media di +1,23°C rispetto al valore climatologico 1991-2020, il 2022 è risultato l’anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021.

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Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2°C si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09°C) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. L’anomalia più marcata in estate (+2,18°C), seguita dall’autunno (+1,38°C) e dall’inverno (+0,58°C).

Il 2022 è stato l’anno meno piovoso dal 1961, segnando un -22% rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio luglio. Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole (‑13%).

A scala nazionale i mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%).

Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

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Il Rapporto “Clima in Italia nel 2022”, pubblicato dall’Ispra con cadenza annuale dal 2006, quest’anno diventa un prodotto Snpa. Grazie al coinvolgimento del Sistema nazionale per la protezione ambientale, si arricchisce di approfondimenti sul clima anche a scala regionale e locale, nonché su aspetti idro-meteo-climatici e meteo-marini più rilevanti dell’anno in esame.

Nel 2022 non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali. Particolarmente rilevante è stato il tragico evento che il 15 settembre ha investito le Marche, dove un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm.

A fine novembre 2022, l’Alto Adriatico è stato interessato da un evento meteo-marino eccezionale, connesso al fenomeno della ciclogenesi alpina, che ha fatto temporaneamente registrare valori di innalzamento del livello del mare sotto costa anche superiori a 200 cm (tra i più alti delle serie storiche esistenti), che hanno reso necessaria l’attivazione delle barriere del MOSE di Venezia.

Da ricordare anche l’evento drammatico del 26 novembre a Ischia, con precipitazioni intense e massimi di 176,8 mm in 24 ore, presso la stazione di Forio d’Ischia e 13,4 mm in 10 minuti, presso la stazione di Monte Epomeo, che ha innescato colate di fango e causato la perdita di vite umane e ingenti danni al territorio.

L’inverno 2022 è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5.000 km2, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio.

Il protrarsi nel corso dell’anno di questa, finora rara, combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche, ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

Il rapporto è realizzato in un unico volume strutturato in due parti. La prima parte del volume descrive l’andamento del clima nel corso dell’ultimo anno e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia sulla base di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it).

La seconda parte raccoglie contributi di approfondimento, dalla scala nazionale alla scala locale, sui principali elementi che hanno caratterizzato il 2022: la siccità e la scarsità idrica, il caldo, gli eventi idro-meteo-climatici e meteo-marini significativi.

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