Torino, 30 maggio 2019 – “La carta è un materiale che ha saputo sviluppare sia il ciclo biologico che quello tecnologico. E’ quindi un esempio di bioeconomia circolare” esordisce il Presidente Marchi in occasione della conferenza stampa, presso l’Unione Industriali di Torino, di presentazione dei dati dell’edizione n. 20 del Rapporto Ambientale del settore cartario “La carta è rinnovabile, riciclabile, biodegradabile e compostabile”.
Materiale di origine naturale viene prodotto a partire da cellulose provenienti da foreste gestite in maniera sostenibile. Tutta la cellulosa importata in Italia è soggetta a verifica di legalità e circa l’80% è dotata di certificazione di sostenibilità, mentre il tasso di circolarità (rapporto tra materie prime e quelle seconde) di tutto il settore raggiunge il 55%, con eccellenze nella filiera degli imballaggi che ci consentono già di raggiungere l’80% di riciclo, che costituisce il nuovo obiettivo della Direttiva Comunitaria da recepire.

Offre un supporto all’informazione, alla cultura, alla protezione dei beni trasportati, offre igiene alla persona e possiede molte altri declinazioni di utilizzo.
Con le sue molteplici applicazioni e le sue caratteristiche risponde all’esigenza di nuovi prodotti in grado di contribuire in maniera sostenibile al benessere e allo sviluppo della società basata sull’economia circolare.

Il settore della carta produce un biomateriale che viene poi riciclato dallo stesso comparto. In Italia si riciclano 10 tonnellate al minuto di carta, un giornale rientra nel ciclo produttivo in media dopo 7 giorni, una scatola entro 14 giorni e ogni anno vengono evitate 20 discariche grazie al riciclo.
La filiera del riciclo include il consumatore e le raccolte differenziate (che in Italia sono mono materiale in linea con gli standard europei di settore), elementi fondamentali per avere carta da riciclare di buona qualità. Sui materiali raccolti lavorano le piattaforme di selezione per raggiungere gli standard previsti dalla UNI EN 643. Raccolte differenziate non di buona qualità possono condizionare profondamente l’attività del selezionatore. In quest’ambito l’attività di standardizzazione in collaborazione con i recuperatori è continua.
Standard armonizzati a livello UE, e la recente adozione di nuove procedure per la verifica delle impurità sono strumenti essenziali per la filiera del riciclo che punta alla qualità per incrementare il riciclo.
“E, tuttavia, anche il più accorto dei selezionatori può conferire una balla di carta da riciclare non conforme alle specifiche merceologiche. Può accadere e non deve stupire. Ciò può avvenire con le materie prime vergini, figuriamoci nel campo dei rifiuti! Di ciò nel recepimento delle nuove direttive in materia di Economia Circolare si dovrà necessariamente prendere atto, pena la irrealizzabilità della stessa” afferma Marchi.
La selezione e, soprattutto, il riciclo in cartiera producono degli scarti che sono in gran parte ineliminabili. Si tratta di scarti del tutto simili ai rifiuti urbani.
“E come tali dovrebbe essere trattati” secondo Marchi “avviandoli in via prioritaria negli impianti regionali. Se non recuperiamo gli scarti del riciclo sarà difficile fare il riciclo e l’Economia Circolare! “ insiste Marchi.
Inutile aggiungere che all’estero, in Germania piuttosto che in Austria, non esiste praticamente più lo smaltimento in discarica, compensato dal fatto che il recupero energetico viene considerato un’opzione nel rispetto della gerarchia dei rifiuti.
Non è così in Italia, dove non solo non riusciamo a produrre energia dagli scarti come fanno i nostri concorrenti europei, ma non riusciamo neanche a trovare impianti per gestirli.

Potremmo usare gli scarti per produrre energia e diminuire la nostra bolletta energetica, chiudendo il ciclo proprio in un’ottica di economia circolare.
Se la situazione non cambia saremo invece costretti a stipulare accordi per esportare i nostri rifiuti all’estero. Alla faccia dei principi dell’Economia Circolare e, soprattutto, della bilancia commerciale del Paese. Inutile stupirsi se i nostri concorrenti producono a prezzi inferiori. Lo fanno anche recuperando i nostri rifiuti, servizio per il quale si fanno pagare, oltre a non avere il costo energetico” spiega Marchi.

L’industria della carta è energivora e utilizza il gas, il migliore combustibile in assoluto, tra l’altro con prezzi superiori del 15% a quello dei concorrenti esteri.
“Chiediamo al Governo di intervenire per ridurre questo “spread” e agire sulle componenti parafiscali che via via aumentano” conclude Marchi. “L’Economia Circolare è un’opportunità per il Paese e per l’industria della carta, ma è necessario mantenere un contesto competitivo”.


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