Durante la riunione dei Ministri dell’ambiente del G7 a Metz è stata adottata la carta di Metz sulla biodiversità, che intensificherà l’impegno politico per porre fine alla perdita di biodiversità e per assicurare un accordo globale incisivo a favore della natura e delle persone nel 2020, in occasione della prossima conferenza internazionale sulla biodiversità nell’ambito della convenzione sulla diversità biologica dell’ONU.

Lo ha anticipato la stessa Commissione Europea, nel Comunicato Stampa del 6 maggio, segnalando che dall’indagine Eurobarometro sulla biodiversità è emerso che “con un consenso generalizzato, il 96 % degli oltre 27 000 cittadini intervistati ha affermato che è nostra responsabilità proteggere la natura e che si tratta di un’azione fondamentale anche per affrontare i cambiamenti climatici“. Precisamente, prosegue la Commissione, le principali minacce percepite per la biodiversità sono: inquinamento dell’aria, dei suoli e dell’acqua, catastrofi di origine umana e cambiamenti climatici. Inoltre, la maggior parte degli europei è restia a barattare danni o distruzione della natura nelle zone protette con lo sviluppo economico.

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La Carta appena adottata, segnala l’ANSA (firmata anche dal ministro degli USA, che ha ribadito l’intenzione di ritirarsi dall’Accordo di Parigi, come scritto al paragrafo 26 della Carta) impegna i Paesi firmatari ad:

Accelerare e intensificare i nostri sforzi per arrestare la perdita di biodiversità, valutare, conservare, ripristinare e utilizzare saggiamente la biodiversità, mantenendo così i servizi ecosistemici, sostenendo un pianeta sano e offrendo benefici essenziali per tutte le persone;

Incoraggiare l’impegno di altri attori e parti interessate, includendo le popolazioni indigene e le comunità locali, i governi e le autorità locali e subnazionali, il mondo accademico, i gruppi femminili e giovanili, i settori economico, finanziario ed economico e le organizzazioni non governative, per sostenere e completare i nostri sforzi;

Sostenere lo sviluppo e l’attuazione di un quadro di biodiversità globale post-2020, che dovrebbe avere un forte livello di ambizione e praticabilità, al fine di facilitare i cambiamenti necessari per raggiungere la 2050 Vision for Biodiversity. Dovrebbe basarsi sulle lezioni apprese dall’attuazione del piano strategico per la biodiversità 2011-2020, nonché sulla migliore scienza e conoscenza disponibile, e dovrebbe essere allineato con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Con la Carta di Metz sulla biodiversità si muove un primo passo per fronteggiare l’emergenza emersa dalla “Relazione sulla valutazione globale del 2019 sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” della piattaforma intergovernativa per le scienze e le politiche sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES,organismo ONU), diffusa il 6 maggio 2019 a Parigi, che ha evidenziato che un milione di specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione. Come segnalato nel relativo Comunicato Stampa dell’ONU,la natura sta fronteggiando un declino mondiale a ritmi senza precedenti nella storia umana, e il tasso di estinzione delle specie sta accelerando, con probabili conseguenze sulle persone in tutto il mondo: “la salute degli ecosistemi da cui dipendiamo noi e tutte le altre specie si sta deteriorando più rapidamente che mai, stiamo erodendo le basi stesse delle nostre economie, mezzi di sussistenza, sicurezza alimentare, salute e qualità della vita in tutto il mondo“, ha osservato il Presidente IPBES, Robert Watson. “Il Rapporto ci dice anche che non è troppo tardi per fare la differenza, ma solo se iniziamo ora a tutti i livelli, dal locale al globale“, ha affermato. “Attraverso il cambiamento, la natura può ancora essere conservata, ripristinata e utilizzata in modo sostenibile – questa è anche la chiave per soddisfare la maggior parte degli altri obiettivi globali. Per cambiamento trasformativo intendiamo una riorganizzazione fondamentale a livello di sistema tra fattori tecnologici, economici e sociali, inclusi paradigmi, obiettivi e valori “.

 

 


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