Da Il Sole 24 Ore del 25 luglio 2023, si riporta un interessantissimo articolo sulla sostenibilità nella corporate governance.

Si legge che dieci anni fa le aziende che avevano un comitato di sostenibilità erano appena il 25%, tuttavia, si rileva che soltanto 1 consigliere su 6 ha competenze in sostenibilità. Tutto questo è emerso dai risultati dell’Osservatorio di Sustainability Makers.

Integrare la sostenibilità nella corporate governance è diventata da qualche anno la normalità per le grandi aziende quotate italiane, che cominciano anche a riservare un posto esclusivo alle tematiche ambientali e sociali all’interno dei board.

Oggi il 92,5% delle aziende del Ftse-Mib ha un comitato di sostenibilità nel consiglio d’amministrazione mentre nel 2013 questa percentuale si limitava al 25%. Soprattutto, si osserva che quasi la metà di queste aziende (45,9% nel 2022) ha un comitato endoconsiliare dedicato esclusivamente ai temi socio-ambientali, a fronte del 28,6% nel 2020 (+17,3%)“.
 

L’Osservatorio sulla governance

 

Proseguendo con la lettura, si è evidenziato che sebbene sia frequente trovare comitati con più deleghe, soprattutto con la sostenibilità unita al controllo dei rischi (24,3%), l’aumento di questi organi con deleghe esclusive, indica che la «sostenibilità viene interpretata non solo come un tema di gestione dei rischi ma come un’opportunità», commenta Matteo Pedrini, direttore scientifico di Sustainability Makers, il network dei professionisti della sostenibilità.

Quest’ultimo nel 2013 ha istituito l’Osservatorio Governance della Sostenibilità, insieme ad Altis Graduate School of Sustainable Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con lo scopo di monitorare l’integrazione della sostenibilità nella governance aziendale in Italia e in Europa.
 

Carenza di competenze

 

L’edizione di quest’anno per la prima volta supera i confini europei analizzando un campione di oltre 1.400 aziende quotate in tutto il mondo. Dall’analisi, è emerso che l’Italia insieme alla Francia ricopre una posizione di leadership per la diffusione di comitati endoconsiliari con responsabilità legate alla sostenibilità, ma il Paese soffre di una carenza di competenze, come emerge dall’analisi di oltre 2.500 curriculum vitae di membri dei consigli d’amministrazione. La “fame” di green jobs e di competenze verdi è tanta, si sa.

Quasi tutte le aziende quotate nell’indice Ftse-Mib (85%) hanno almeno un consigliere con competenze legate agli aspetti ESG, contro il 57,5% del 2020 (+17,5%), ma osservando il quadro complessivo in media in Italia solo un consigliere su sei (circa il 15%) è competente in sostenibilità.

«Le competenze stanno entrando nei consigli d’amministrazione ma in molti casi sono ancora assenti o poco diffuse», spiega Pedrini, che parla di un quadro «allarmante, considerata l’urgenza di integrare la sostenibilità nel modello di business e nel modo di operare delle imprese, per raggiungere gli obiettivi di transizione ambientale e di responsabilità sociale».

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