Con l’ultima edizione del Rapporto Ecomafia, Legambiente trasmette i dati relativi alle attività criminali ambientali che si riscontrano nel nostro Paese. I numeri sono sicuramente allarmanti, ecco le parole del Presidente di Legambiente Stefano Cifani riportate su Ecoscienza e pubblicate sul sito di SNPA:

“I reati a danno dell’ambiente continuano a far segnare numeri da capogiro e producono affari miliardari, a detrimento del nostro territorio, della salute delle persone e delle imprese oneste. Basti dire che nel corso del 2018 sono state trafficate illegalmente 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, anche pericolosi, sono stati realizzati oltre 17 mila abusi edilizi, anche con cemento scadente e in aree a rischio, sono stati depredati il patrimonio artistico, la flora e la fauna protette, con fatturati in crescita e un business stimato in 16,6 miliardi di euro. I reati legati al ciclo dei rifiuti sfiorano la soglia degli 8 mila, mentre il settore del cemento illegale raggiunge l’inedita quota di 6.578, con una crescita del +68% rispetto all’anno precedente. Un incremento che si spiega con una novità importante: per la prima volta sono conteggiate anche le infrazioni verbalizzate dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro, in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato nei cantieri e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Lievitano anche le illegalità nel settore agroalimentare, che sono 44.795, e crescono, seppur di poco, anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica con 7.291 infrazioni.

Anche quest’anno la Campania domina indisturbata la classifica regionale delle illegalità ambientali con 3.862 illeciti (14,4% sul totale nazionale), seguita dalla Calabria (3.240), dalla Puglia (2.854) e dalla Sicilia (2.641). La Toscana è, dopo il Lazio che ha registrato poco più di 2 mila reati, la seconda regione del Centro Italia per numero di reati (1.836), seguita dalla Lombardia, al settimo posto nazionale. La provincia con il numero più alto di illeciti si conferma Napoli (1.360), poi Roma (1.037), Bari (711), Palermo (671) e Avellino (667)”.

 


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