“Dove c’è fuoco c’è fumo, le emissioni dal riscaldamento domestico con legna” è il titolo di uno studio condotto da European enviromental bureau (Eeb), la più grande rete europea di organizzazioni ambientaliste insieme con la danese Green transition.

Secondo l’Eeb il riscaldamento domestico a base di legna (e carbone) in piccole stufe e caldaie emette circa la metà di tutto il particolato fine e il nerofumo (la polvere nera prodotta in prevalenza dal carbonio) all’interno dell’Unione Europea.

Tra tutte le fonti di produzione di calore, spiega lo studio, la combustione di legname domestico è l’inquinante peggiore, causando i costi sanitari più elevati. Sebbene le nuove stufe e caldaie a legna emettano meno particelle rispetto ai modelli precedenti inquinano molto più di altri metodi di produzione di calore disponibili, e quindi non dovrebbero essere considerate una soluzione praticabile per la riduzione dell’inquinamento atmosferico”. Al contrario, afferma l’Eeb, “si avrebbero maggiori benefici per la salute se si interrompe l’uso della combustione del legno su piccola scala e si utilizzano un migliore isolamento e soluzioni di calore pulite, come il teleriscaldamento nelle città e le pompe di calore fuori dalle città”.

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