Cattive notizie sull’orizzonte degli obiettivi di riduzione delle emissioni. Dall’ultimo studio condotto nell’ambito del Global Carbon Budget, che misura una stima approssimata di quanta CO2 può virtualmente essere emessa in atmosfera, da parte di ogni tipo di attività umana, emerge che dopo tre anni di crescita praticamente nulla, nel 2017 le emissioni globali di anidride carbonica generate da industria e combustibili fossili torneranno a salire, precisamente del 2%, e che il principale imputato della crescita delle emissioni di CO2 risulta essere la Cina (per il 2017 si stima un aumento del 3,5%).

Secondo gli scienziati, inoltre, quest’anno le emissioni globali prodotte dalle attività umane raggiungeranno 41 miliardi di tonnellate, a causa dell’atteso aumento del 2% nell’uso di combustibili fossili. Si tratta di percentuali sconfortanti, che smorzano, inevitabilmente, le speranze riposte sulla 23esima Conferenza Onu sul clima (Cop23): si rischia di non fare in tempo a rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. (LM)


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