Il Green Climate Fund (GCF) è stato istituito nel 2010 durante la 16° sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite come entità del meccanismo finanziario della Convenzione.

L’obiettivo del GCF è sostenere gli sforzi dei Paesi in Via di Sviluppo nel rispondere alla sfida del surriscaldamento globale, limitando le emissioni di gas serra o favorendo politiche di adattamento.

L’impegno dei Paesi che contribuiscono al Fondo è raddoppiato rispetto al 2014, ma non tutti hanno rispettato gli accordi assunti.

Ecco quanto riportato da ANSA:

“ROMA, 4 novembre 2019 – Ventisette Paesi sviluppati, fra cui l’Italia, hanno promesso in totale 9,8 miliardi di dollari per contribuire a reintegrare un fondo delle Nazioni Unite che aiuta i Paesi più poveri a ridurre le emissioni di carbonio e ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Si tratta del contributo all’ultimo round di raccolta fondi per il Green Climate Fund (Gcf). Il valore totale di questi impegni supera i 9,3 miliardi di dollari che erano stati promessi nell’ultima tornata del 2014, nonostante l’assenza questa volta degli Stati Uniti e dell’Australia.

Tredici nazioni, tra cui Regno Unito, Germania e Francia, hanno promesso almeno il doppio di quanto fecero cinque anni fa, in termini di valuta interna. Si prevedono ulteriori impegni nei prossimi mesi. Il fondo fu istituito nel 2010 e finora ha stanziato 5,2 miliardi di dollari per progetti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici in tutto il mondo.

In particolare, la gran Bretagna è passata da 1,211 a 1,852 miliardi, la Francia da 1,036 a 1,794, la Germania da 1,003 a 1,690 miliardi. La Svezia ha aumentato l’impegno da 581 milioni a 853 milioni, la Norvegia da 272 a 434 e l’Italia da 334 a 350 milioni.

Nel 2014 gli Stati Uniti impegnarono più fondi nel Green Climate Fund rispetto a qualsiasi altra nazione, ma da allora – ricorda Nature sul proprio sito on line – il presidente Donald Trump ha ritirato 2 dei tre miliardi di dollari promessi e ha rifiutato di contribuire ulteriormente al fondo. Questo ha lasciato un buco consistente nelle casse del Fondo, anche se gli Stati europei hanno ampiamente compensato il deficit. Il fondo rimane aperto ed è probabile che un numero maggiore di paesi prenderà impegni nei prossimi mesi. Gli Stati in genere hanno l’opportunità annunciare finanziamenti alla Conferenza annuale delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici, quindi l’occasione è la Cop25 a Madrid, dal 2 al 13 dicembre prossimo.”

 


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