Presentata il 19 marzo 2019 alla Camera dei Deputati l’Edizione 2018 dell’Annuario dei Dati Ambientali dell’ISPRA, in collaborazione con le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), istituito con la Legge 132 del 28 giugno 2016.

Una banca dati con 306 indicatori, tra cui 9 new entries, per un totale di 150.000 dati, organizzati in 460 tabelle e 635 grafici. Biodiversità, Clima, Inquinamento atmosferico, Qualità delle acque interne, Mare e ambiente costiero, Suolo, Rifiuti, Agenti fisici sono solo alcuni dei temi trattati nell’edizione 2018 dell’Annuario dei dati ambientali ISPRA“, riporta il Comunicato Stampa dell’Istituto, del quale si riporta il seguente estratto:

DISSESTO IDROGEOLOGICO – I principali eventi di frana nel 2017 sono stati 172 e hanno causato complessivamente 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche. Diverse sono state le frane che si sono attivate/riattivate in Abruzzo, sia a causa dello scioglimento della neve caduta nell’eccezionale nevicata del 18 gennaio del 2017, sia delle intense precipitazioni. In Italia, oltre 6 milioni di abitanti sono residenti in aree a pericolosità idraulica media (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni), mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le 2 classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.

Dal punto di vista della sismicità, nel 2017 quattro eventi hanno raggiunto e superato Magnitudo 5, tutti avvenuti il 18 gennaio, con epicentri in provincia de L’Aquila. I terremoti di Magnitudo pari o superiore a 4 sono stati 16, di cui 13 nell’area epicentrale della sequenza del Centro Italia. Degno di rilievo è, inoltre, il terremoto che ha colpito l’isola di Ischia il 21 agosto che, seppure di Magnitudo 4, ha procurato molti danni al patrimonio edilizio e 2 vittime. Nel 2017 nessun evento sismico ha raggiunto Magnitudo 6.

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CLIMA E INQUINAMENTO ATMOSFERICO – La caratteristica più rilevante del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità. Con una precipitazione cumulata media al di sotto della norma del 22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più “secchi” dell’intera serie dal 1961. E’ stata di +1,30 °C l’anomalia della temperatura media in Italia, superiore a quella globale sulla terra ferma (+1,20 °C).

Le emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2016 sono diminuite del 17,5%. Il valore limite giornaliero (50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile), di PM10 nel 2017 non è stato rispettato nel 31% delle stazioni. Complessivamente, però, dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del -33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.

 

BIODIVERSITA’ – La fauna in Italia conta oltre 60.000 entità e la nostra flora 8.195 entità di piante vascolari e 3.873 entità non vascolari. Volendo fare un confronto con l’Europa, per quanto riguarda la fauna, tra gli insetti, gli Ortotteri (grilli e cavallette) sono circa il triplo di quelli della Polonia, il decuplo della Gran Bretagna e della Norvegia e oltre 150 volte quelli dell’Islanda e il numero di specie dei Lepidotteri (farfalle) è più del doppio di quello della Gran Bretagna.

Resta alto il livello di minaccia: 120 specie di vertebrati terrestri sono minacciate per la perdita e la degradazione di habitat; sono 3.182 specie alloctone introdotte in Italia e potenzialmente invasive; tra i vertebrati, sono minacciati gli anfibi (36%) e i pesci ossei di acqua dolce (48%). Particolarmente minacciate il 42% delle 202 specie tutelate dalla Direttiva Habitat.

 

 

EMISSIONI IN AGRICOLTURA E AZIENDE BIO – Le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, derivano principalmente dalle forme intensive praticate negli ultimi decenni, dall’utilizzo esteso di fertilizzanti sintetici e organici e dalla gestione degli allevamenti. La revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC) ha stabilito i nuovi obiettivi di riduzione al 2020 e 2030: per l’Italia, tali obiettivi saranno di 403,13 migliaia di tonnellate (kt) di emissioni nazionali di ammoniaca al 2020 (riduzione del 5% rispetto al 2005) e di 356,45 kt al 2030 (riduzione del 16% rispetto al 2005).

Nel 2016 il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 358,47 kt di ammoniaca, pari al 93,8% del totale nazionale. L’andamento delle emissioni di ammoniaca è in linea con gli obiettivi fissati. Dal 1990, in crescita l’agricoltura biologica, che interessa il 15,4% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale e il 5,8% delle aziende agricole. Nel 2017 le superfici già convertite e quelle in via di conversione bio sono state pari a 1.908.653 ettari (+6,3% rispetto al 2016). Sicilia, Puglia, Calabria le regioni che da sole rappresentano il 46% dell’intera superficie biologica nazionale.

 

AGENTI CHIMICI – L’Italia è il 3° produttore di agenti chimici in Europa, dopo Germania e Francia e il decimo nel mondo; 2.800 sono infatti le imprese chimiche nel nostro Paese ed occupano circa 108.000 addetti altamente qualificati, ma l’uso dei prodotti chimici interessa tutti i settori produttivi. In particolare, i pesticidi nelle acque superficiali hanno riportato superamenti dei limiti in 371 punti, pari al 23,9% del totale”.

 

 

 

 

 


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