In merito all’andamento degli indicatori della lotta al cambiamento climatico in Italia si segnala la pubblicazione di due importanti report elaborati da ASviS e Istat, rispettivamente il “Rapporto 2022 – L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile” e il “Rapporto SDGs 2022 – Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia”.

Nel report di Asvis, per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico , viene evidenziato che “per limitare il riscaldamento globale a 2°C gli sforzi al 2030 devono essere quattro volte superiori e sette volte superiori per gli 1,5°C. L’anomalia termica raggiungerà gli 1,5°C nei prossimi cinque anni con una probabilità del 48%. […]. L’Italia fa fronte agli impegni presi per il Global Climate Fund in maniera insufficiente, e per la cooperazione allo sviluppo non dà segni di vita”.

Sui gas climalteranti, sempre nel rapporto citato, viene specificato che: “la riduzione delle emissioni registrata nel 2020 (-9,6%) non si è rivelata strutturale. Nel 2021, con la ripresa delle attività economiche, l’indicatore è tornato ai livelli registrati prima della crisi pandemica. La valutazione dell’andamento nel breve periodo si conferma, quindi, negativa, in quanto i progressi sono troppo lievi e non sufficienti al raggiungimento del target quantitativo”.
 

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Dal rapporto di Istat si rileva che in Europa continuano a diminuire le emissioni di gas serra: nel 2019 sono il 24% in meno rispetto al 1990 e che l’Italia è tra i cinque Paesi Ue che forniscono il contributo maggiore a tale riduzione. Viene segnalato altresì che nel 2020 le emissioni di gas serra dell’economia italiana scendono del 9,8% rispetto all’anno precedente, anche per effetto della frenata dell’attività economica dovuta alle misure di contrasto alla diffusione del COVID-19.

Rimane elevato il pericolo di frane e alluvioni in numerose regioni italiane, conseguenza anche dei cambiamenti climatici: nel 2020, il 2,2% della popolazione residente in Italia vive in aree dove la pericolosità per frane è elevata o molto elevata e l’11,5% in aree a media pericolosità di alluvione.
 
 


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