Nel Recovery Plan c’è una assoluta sottovalutazione della mobilità elettrica, a fronte di una sopravvalutazione del ruolo dell’idrogeno. Viene dato un ruolo spropositato al biometano, mentre c’è poca attenzione alle rinnovabili, in particolare all’eolico offshore“.

Lo ha detto all’ANSA il direttore scientifico della ong Kyoto Club, Gianni Silvestrini, commentanto il Pnrr consegnato al Parlamento dal governo.

Kyoto Club è un’organizzazione non profit costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali, impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto, con le decisioni a livello UE e con l’Accordo di Parigi del dicembre 2015. Kyoto Club promuove iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione nei campi dell’efficienza energetica, dell’utilizzo delle rinnovabili, della riduzione e corretta gestione dei rifiuti, dell’agricoltura e della mobilità sostenibili, in favore della bioeconomia, l’economia verde e circolare.

Silvestrini, in particolare, sostiene che: “L’idrogeno deve esserci nella transizione ecologica, ma nel medio e lungo periodo. Nel breve periodo non si sa come consumarlo, salvo che sui treni e nelle raffinerie. Ma sono piccole quantità. Eppure, nel Recovery si parla molto più di idrogeno che di mobilità elettrica”. Secondo l’esperto “il Pnrr risente del ruolo delle aziende energetiche italiane, come Eni e Snam, che devono riconvertire la loro produzione di metano e investono sui biocarburanti, e del ritardo del nostro paese sulla mobilità elettrica“.

 


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