Lo scorso 21 dicembre 2023 ISPRA ha presentato il 25° Rapporto Rifiuti Urbani, contenente i dati relativi all’anno 2022.

Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si aggira intorno ai 29 milioni di tonnellate: nonostante si sia assistito ad un incremento del PIL e delle spese delle famiglie, i rifiuti urbani sono diminuiti in tutte le macro-aree geografiche.

Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani operativi sono 654, ma oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata anche se non tutte le regioni ancora dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.

La raccolta differenziata nazionale è aumentata e si attesta al 65,2% della produzione totale. Le percentuali più alte si registrano in Veneto e in Sardegna; in crescita anche la regione Sicilia.

La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 49,2%: è in crescita rispetto al precedente anno (48,1%), ma non ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è peraltro ben più ambizioso e pari al 65%).

I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 17,8% del quantitativo dei rifiuti prodotti a livello nazionale (in calo rispetto al passato), ma occorre ridurre ancora questa forma di smaltimento per raggiungere gli obiettivi europei.

Infine, il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 192,3 euro/abitante, in diminuzione rispetto al passato. Al Centro il costo è più elevato (228,3 euro/abitante), segue il Sud (con 202,3 euro/abitante) e infine il Nord (con un costo pari a 170,3 euro/abitante).

Per approfondire il tema ti consigliamo di leggere l’articolo Rifiuti speciali: definizione, classificazione, gestione, smaltimento e di partecipare al nostro approfondito e aggiornato Master Gestione Rifiuti – Waste manager.
 
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