Draghi utilizzi risorse del Recovery Fund per avviare le bonifiche e il bonus fiscale del 110% per la rimozione dell’amianto dagli edifici privati”.

Lo chiede in un comunicato l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), in occasione della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” che ricorre oggi, mercoledì 28 aprile. L’ONA segnala come sia “sempre più drammatica la situazione delle vittime dell’amianto in Italia, per l’assenza di provvedimenti incisivi per la messa in sicurezza e la bonifica”.

Sul sito dell’Osservatorio si legge che “Nel corso del 2020, l’associazione ha registrato un’aumento di incidenza di malattie asbesto correlate, con più elevato indice di mortalità. Certo, ha influito l’epidemia di Coronavirus. Infatti, il Covid-19 è particolarmente lesivo per coloro che sono stati esposti ad asbesto e agli altri amianti”.

Ecco la situazione italiana fotografata da nord a sud: “Sul territorio italiano, ogni anno più di mille persone muoiono per tumori legati all’esposizione ad amianto cancerogeno. La concentrazione maggiore si rileva nell’Italia del Nord, in relazione all’intensiva attività industriale. Questo accade anche nei territori al Sud con particolare attenzione nelle città con una massiccia presenza di impianti siderurgici e petrolchimici: Bari, Siracusa, Taranto, Manfredonia e Biancavilla.

Nelle città di Broni (Pavia) e Casale Monferrato (Alessandria), è stato rilevato un incremento del tasso di mortalità relativo all’aumento delle patologie asbesto correlate, tra cui mesotelioma pleurico, rispetto al resto della regione. In queste zone, a causa della presenza dei due tra i maggiori impianti di produzione di materiali in cemento amianto/eternit. Tutti coloro che hanno lavorato in questi stabilimenti (Casale Monferrato – epicentro dell’epidemia di amianto, piuttosto che Fibronit di Broni; Napoli Bagnoli – Eternit, piuttosto che Fibronit di Bari) sono ormai deceduti. L’epidemia, ora, colpisce coloro che hanno abitato in queste città, ovvero nei dintorni di questi stabilimenti.

La Fibronit di Bari era collocata al centro della città e, solo nel 2016 la bonifica è stata ultimata. Ancora oggi, giorno dopo giorno, si susseguono e si ripetono i casi di malattie asbesto correlate tra coloro che hanno perfino solo abitato nei dintorni di questi stabilimenti.

Ancora, nel 2019, nella città di Casale Monferrato, sono stati censiti circa 40 casi di mesotelioma tra coloro che sono soltanto residenti, e questa malattia è solo la punta dell’iceberg”.


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